Suonano al citofono e non risponde, aveva preso tempo per nascondere un cliente sotto il letto: nei guai spacciatore


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Era ai domiciliari, ma continuava a spacciare in casa, senza scomodarsi. Così, per un 30enne di Lecce si sono aperte le porte del Carcere di Borgo San Nicola. I guai per lui sono cominciati quando degli agenti delle volanti hanno suonato al citofono della sua abitazione, per un controllo di routine.

Prima di ricevere risposta dall’uomo, i poliziotti hanno dovuto insistere parecchio, ma non è solo questo “comportamento” ad essergli costato caro. Una volta aperta la porta, il 30enne si è giustificato, raccontando un guasto sia al citofono che al sistema di apertura della porta. Insomma, ha provato a spiegare che non è stata colpa sua se ha tardato ad aprire.

Gli uomini in divisa, però, si sono insospettiti e hanno voluto vederci chiaro. Dopo aver verificato che il citofono era perfettamente funzionante, hanno appronfidito il controllo e qui la sorpresa: nascosto sotto il letto c’era un giovane che aveva appena acquistato tre involucri di hashish per un peso complessivo di circa 3 grammi.

Non è stata l’unica scoperta. Nell’armadio, sempre della camera da letto, erano nascosti un bilancino di precisione e due pezzi di sostanza da taglio del tipo mannite per un peso complessivo di circa 16 grammi.

Questo è bastato per trasformare gli arresti domiciliari a cui era sottoposto in custodia cautelare in carcere.