Ottocento ricci di mare e venti chilogrammi di oloturie, comunemente note come “cetrioli di mare”, raccolte dai pescatori di frodo utilizzando un autorespiratore, ausilio non consentito dai regolamenti e dalle normative che disciplinano l’attività di pesca nell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo. Sono questi i numeri dell’ultimo sequestro degli uomini della Guardia Costiera di Gallipoli che, già dalle prime luci dell’alba, erano impegnati nell’attività operativa.
Grazie anche al sistema di video-sorveglianza, potenziato di recente con l’istallazione di nuove telecamere, gli uomini in divisa sono riusciti a pizzicare i pescatori sequestrando non solo il prodotto ittico raccolto, ma anche l’attrezzatura utilizzata per la pesca.
I ricci di mare e le oloturie, riconosciuti in stato vitale dal personale medico dell’A.S.L. intervenuto su chiamata dei militari, sono stati rigettati in mare. I due trasgressori, invece, sono stati deferiti, in concorso, all’Autorità Giudiziaria per violazione della Legge Quadro sulle aree protette.
La comunicazione
“La Guardia Costiera informa che, come stabilito dal recente Decreto del Sottosegretario di Stato delle politiche agricole, alimentari e forestali numero 156 del 27 febbraio 2018, è vietata la pesca, la detenzione a bordo, il trasbordo ovvero lo sbarco di esemplari di oloturie. Evidenze scientifiche hanno rilevato il positivo ruolo di questa specie nella produttività dell’ecosistema per quanto concerne, a titolo esemplificativo, l’ossigenazione ed il riciclo di sostanze organiche nella colonna d’acqua in cui essa si trova.”
I cetrioli di mare hanno un elevato valore economico e sono considerati delle prelibatezze, soprattutto in Oriente dove sono disposti a pagare prezzi elevati per questi indispensabili abitanti del mare.