Prosegue incessantemente e senza sosta l’attività dei Carabinieri Forestali della Provincia di Lecce diretta alla tutela e alla salvaguardia del territorio salentino, troppo spesso, deturpato.
A Porto Cesareo, in località sottoposta a vincolo paesaggistico, idrogeologico e ricadente all’interno della Riserva Naturale “Palude Del Conte e Duna Costiera”, i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Gallipoli, hanno deferito in stato di libertà, S. L., 54enne di Avetrana, in qualità di conduttore del terreno, ritenuto responsabile dei reati di: lavori di dissodamento e eliminazione di vegetazione caratteristica della macchia mediterranea eseguiti, tramite l’ausilio di mezzi meccanici, su beni paesaggistici in assenza delle prescritta autorizzazione; interventi di trasformazione morfologica del territorio, tali da incidere sulla morfologia del territorio, sugli equilibri ecologici, idraulici ed idrogeotermici e sulle finalità istitutive dell’area protetta e distruzione o deturpamento di bellezza naturale.
I Carabinieri gallipolini hanno accertato, infatti, che su un terreno con soprassuolo a macchia mediterranea, ricadente all’interno della Riserva Naturale “Palude del Conte e Duna Costiera”, classificato come area boscata nel Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia, condotto dal 54enne e di proprietà della madre, interventi di dissodamento e abbattimento di macchia mediterranea effettuati tramite l’ausilio di mezzi meccanici, per una superficie di 7.700 metri quadrati circa, in assenza delle prescritte autorizzazioni e nulla-osta degli enti preposti. Il conduttore è stato identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria di Lecce.
A carico dello stesso verranno elevate sanzioni amministrative per violazioni alla legge istitutiva della riserva naturale e per la normativa sul vincolo idrogeologico.
In agro di Melendugno, invece, in Località “Massera Pagliara”, i Forestali idruntini, invece, hanno deferito in stato di libertà: P. N. G., 46enne nato a Maglie e residente a Melendugno ritenuto responsabile dei reati di Opere non autorizzate realizzate in area sottoposta a vincolo paesaggistico.

L’uomo, infatti, avrebbe dato vita a trasformazione dello stato dei luoghi mediante sradicamento e soppressione della tipica flora della macchia mediterranea, all’interno di un lotto di terreno di proprietà, in un’area estesa 3.000 metri quadrati circa, in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e in totale assenza dei necessari pareri e autorizzazioni.