È accusato di avere costretto una dipendente a ripetuti rapporti sessuali, sotto la minaccia di licenziamento, in caso di rifiuto.
Il proprietario del bar, un 70enne di paese del Nord Salento, è finito sotto processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Michele Toriello, al termine dell’udienza preliminare. Assistito dall’avvocato Pierluigi Corrado, l’imputato potrà dimostrare l’estraneità all’accusa nel corso del processo che si aprirà il 6 ottobre, davanti ai giudici della prima sezione collegiale.
Intanto la dipendente, una ragazza extracomunitaria, si è costituita parte civile con l’avvocato Letizia Garrisi, nel corso dell’odierna udienza preliminare. Le indagini hanno preso il via dalla denuncia della giovane vittima.
Secondo l’accusa, il proprietario del bar costringeva la dipendente, a subire e compiere atti sessuali, approfittando del suo stato di bisogno. Il 70enne le faceva continue avances, chiedendole di avere rapporti sessuali. In svariate occasioni, le dava pacche sul sedere, dietro minaccia di licenziamento. Non solo, poiché la costringeva a consumare tre rapporti sessuali presso la propria abitazione. In particolare, in una serata dell’agosto scorso, la invitava e dopo averle offerto alcuni bicchieri di vino e approfittando del fatto che la donna si era addormentata per effetto dell’assunzione di alcool, la denudava ed abusava di lei.
Invece, la sera di capodanno del 2020, la invitava nuovamente nell’appartamento. Appena la giovane varcava la soglia, il 70enne le toccava le parti intime, contro la sua volontà, costringendola ad avere un rapporto sessuale completo. Anche in questo caso l’avrebbe minacciata, dicendole che in caso di rifiuto sarebbe stata licenziata. Infine, all’inizio di marzo del 2020, sempre di sera, l’uomo avrebbe messo in atto lo stesso copione.
