«Uno dei due treni era di troppo». «Riduttivo parlare di un errore umano». «È colpa del binario unico». Da quando in un caldo lunedì di luglio hanno perso la vita 23 persone si cerca di trovare un senso ad una tragedia inspiegabile che ha ferito nel cuore la Puglia. L’unica cosa su cui tutti sembrano concordare è che “si poteva evitare”. Sarebbero bastati poco meno di due milioni di euro per salvare la futura sposa, lo studente, il pensionato e tutti i pendolari che su quei vagoni sbriciolati nell’impatto hanno trovato la morte. Tanto sarebbe costato, infatti, installare un sistema automatizzato di blocco treno. Non c’è su quel pezzo di rotaia che corre tra gli ulivi simbolo di questa terra, diventato un cimitero a cielo aperto. E che dire del progetto di ammodernamento della tratta che prevedeva un doppio binario e un sistema di controllo di ultimissima generazione? I fondi erano stati sbloccati, eppure dei lavori neanche l’ombra.
No, non può essere solo una questione di sbagli, di disattenzioni commesse da chi da anni ripete sempre lo stesso gesto, come alzare una paletta verde. Esattamente come non è solo una questione di destino. C’è stata una concatenazione tragica di fatalità su cui ora tocca far luce per dare giustizia alle famiglie che su quei vagoni hanno perso i propri cari.
Domani la Puglia intera, da Foggia a Santa Maria di Leuca, saluterà per l’ultima volta Pasquale Abbasciano, Giuseppe Acquaviva, Serafina Acquaviva, Maria Aloysi, Alessandra Bianchino, Rossella Bruni, Pasqua Carnimeo, Enrico Castellano, Luciano Caterino, Michele Corsini, Albino De Nicolo, Salvatore Di Costanzo, Giulia Favale, Nicola Gaeta, Jolanda Inchingolo, Benedetta Merra, Donata Pepe, Maurizio Pisani, Giovanni Porro, Fulvio Schinzari, Antonio Summo, Francesco Tedone e Gabriele Zingaro.
I funerali delle vittime del disastro di cui abbiamo, purtroppo, conosciuto le storie si terranno alle 11.00 al Palasport di Andria. Quattro famiglie, invece, hanno deciso di non partecipare alla cerimonia collettiva presieduta dal vescovo diocesano di Andria, Canosa e Minervino, monsignor Luigi Mansi.