​Tagli dell’acqua negli alloggi popolari ‘morosi’, i Sindacati convocano un sit-in in Prefettura


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Quando viene tagliata l’acqua agli inquilini delle case popolari ci sono almeno tre aspetti da considerare: non è giusto che a pagare per tutti siano anche quelle famiglie in regola con le utenze. Poi ci sono i cosiddetti «morosi incolpevoli» quelle persone che fanno fatica a far quadrare i conti della giornata, figuriamoci a pagare le bollette che si accumulano. Infine, ci sono i furbetti, coloro che avrebbero la possibilità, ma non pagano per chissà quale ragione.
  
Fatto è che i disagi vissuti nel momento in cui si chiudono i rubinetti sono tanti e, di contro, le soluzioni proposte per arginare gli inconvenienti sono sempre poche o lontane da essere attuate. Così il problema si ripropone, come accaduto in queste ore in alcune palazzine di Lecce, Gallipoli, ma anche Matino e Nardò dove Acquedotto Pugliese sta provvedendo ad interrompere la fornitura di acqua corrente, nonostante le intese raggiunte nel mese di febbraio.
  
Insomma, a nulla sono serviti gli incontri in Prefettura, le intese con AQP e la Regione Puglia e così i sindacati che rappresentano gli inquilini – Sunia Cigl, Sicet Cisl e Uniat Uil – hanno deciso di tornare a “protestare” in attesa della pubblicazione del regolamento relativo all’attuazione del Decreto ministeriale sulla fornitura minima prevista, quei ‘famosi’ 50 litri di acqua al giorno che dovrebbero essere garantiti ad ogni famiglia.
  
L’appuntamento è per venerdì, 7 luglio come sempre il via XXV Luglio, dove le organizzazioni sindacali hanno organizzato un sit-in in attesa di essere ricevuti dal Prefetto, Claudio Palomba.
 
«Oltre a creare un disagio sociale gravissimo a causa delle temperature estive – si legge nella nota congiunta – si corre il rischio di creare problemi igenico-sanitari». Per questo i sindacati chiedono l’immediato ripristino della fornitura e convocato, come detto, un sit-in presso la Prefettura.