L’incontro scuola famiglia termina con la docente presa a pugni. Madre di uno studente a processo per lesioni


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Avrebbe aggredito un’insegnante durante un incontro scuola famiglia, per un brutto voto nei confronti del figlio.

La mamma del giovane studente è finita sotto processo con l’accusa di lesioni, dopo il decreto di citazione a giudizio a firma del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone.

Dovrà presentarsi l’8 giugno dinanzi al giudice di pace per l’inizio del processo. Assistita dagli avvocati Federico Martella e Paola Marzo, potrà dimostrare l’estraneità alle accuse.

Invece, l’insegnante che con la denuncia ha dato il via alle indagini, è assistita dall’avvocato Vito Lisi.

I fatti si sarebbero verificati l’8 aprile del 2019, in una scuola media di un piccolo comune del Sud Salento.

La madre dello studente, durante un incontro scuola famiglia, avrebbe sferrato dei pugni prima sulla cattedra e poi sulla spalla della docente, per un brutto voto in storia nei confronti del figlio.

Quest’ultima rimediava lesioni giudicate guaribili in 5 giorni.

Intanto, nelle scorse ore, si è concluso un altro capitolo della delicata inchiesta.

Il gip Cinzia Vergine ha accolto la richiesta di archiviazione del pm Maria Rosaria Micucci in favore dell’insegnante (rigettando l’opposizione alla richiesta di archiviazione), in merito alle accuse di calunnia e diffamazione, dopo la controdenuncia presentata dai genitori del ragazzo.

Secondo i denuncianti, l’insegnante avrebbe falsamente affermato che il figlio non studiasse e che fosse maleducato, provocandogli una situazione di malessere tale da farlo scoppiare in lacrime. E avrebbe rivolto espressioni ingiuriose verso il figlio, durante le lezioni in classe.

E poi, viene contestata la calunnia, poiché la madre del ragazzo negava di avere sferrato dei pugni verso l’insegnante.

Il pm, nella richiesta di archiviazione sostiene che “la versione dei fatti fornita dai genitori non trova riscontro in atti alla luce anche delle affermazioni fatte dal dirigente scolastico, oltre che della versione fornita dall’indagata.”

Il gip Vergine, come detto, ha accolto l’istanza della Procura, ritenendo tra le altre cose, che l’insegnante ha svolto il suo dovere “nel porre in luce, agli occhi dei genitori, le mancanze e il periodo di scarso rendimento dello studente”.