Arriva in Appello l’assoluzione per la Preside accusata di non aver consentito subito l’ingresso a scuola ad un’alunna, arrivata in ritardo e poi rimasta sola per strada.
La Corte ha ribaltato, dunque, la sentenza di primo grado, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Mario Turi del Foro di Salerno. A. Z., 65enne leccese, Dirigente dell’istituto scolastico “San Domenico Savio”, era stata condannata a 4 mesi di reclusione dal gup Simona Panzera, al termine del giudizio abbreviato (sospensione della pena e non menzione della condanna), per il reato di abbandono di minore. Nella giornata di ieri, invece, l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”.
L’inchiesta
La vicenda risale a fine maggio del 2016. Un’alunna di 9 anni, giunta all’interno del cortile della scuola, trovò il portone chiuso. Tornò indietro per raggiungere la mamma, era già andata via e quindi restò sola per strada.
La bimba fu “soccorsa” da una poliziotta della municipale e da un finanziere che presentarono una relazione di servizio, da cui prese il via l’inchiesta penale.
Sulla scorta di questi accertamenti, il pm Giovanni Gagliotta mise, nero su bianco, le presunte responsabilità della Preside. Quest’ultima avrebbe riferito alla bambina di uscire per avvisare la madre e farsi preparare un permesso scritto per accedere a scuola, ma non avrebbe controllato, secondo la Procura, neppure attraverso dipendenti scolastici, se il genitore fosse già andato via.
Ricordiamo che, in quello stesso periodo, la Preside inviò una lettera di due pagine a circa 400 famiglie degli scolari per “combattere” l’abitudine di accompagnare i figli fin nell’atrio scolastico.