Antoine de Saint-Exupéry, l’ultimo volo dello scrittore del Piccolo Principe


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“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò a essere felice.” È solo una delle tante, tantissime frasi celebri del libro più famoso al mondo, “Il piccolo principe” scritto da Antoine de Saint-Exupéry, autore, giornalista, inventore e aviatore francese scomparso il 31 luglio 1944 durante un volo di ricognizione nel Mar Tirreno, in circostanze rimaste a lungo misteriose.

Carattere solitario e malinconico, ha lasciato in eredità una ‘favola’ in cui amore e amicizia sono spiegati in modo semplice e toccante, con una sensibilità che nessuno è mai riuscito ad eguagliare. Di lui si potrebbero dire tante cose. Nato da una famiglia di nobili origini, perse il padre quando aveva 4 anni, morto improvvisamente per un ictus cerebrale. Alla ‘terra’ aveva preferito sempre il cielo, una passione che lo accompagnerà fino alla fine. Un amore per il volo come per la scrittura che lo ha consacrato. Il suo lavoro più famoso, dedicato a Léon Werth, è stato tradotto in centinaia di lingue e dialetti. Solo la Bibbia, la Divina Commedia e il Corano possono vantare di meglio.

La morte “misteriosa”

L’autore è morto il 31 luglio 1944, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, durante una missione nel mar Tirreno. Un anno dopo l’uscita negli Usa del suo capolavoro. Il Lockheed F-5 partito di buon mattino per una ricognizione fotografica sulle coste della Provenza non era rientrato. Il pilota che non aveva fatto ritorno, presunto morto o disperso, si chiamava Antoine de Saint-Exupéry, un nome noto all’epoca. Non era ‘volato via’, ma era scomparso silenziosamente come il suo principe dai capelli d’oro in una giornata di sole, quello che tramonta più di 43 volte quando si è tristi.

Il suo corpo non sarà mai ritrovato, ma il velivolo sì, nel 2004, a 60 metri di profondità al largo di Marsiglia. La scomparsa “misteriosa” del poeta-aviatore contribuì ad alimentare leggende romantiche, ma anche la sua fama: “Di notte, guarderai le stelle. La mia stella per te sarà una delle stelle. Allora amerai guardarle tutte. Saranno tutte amiche tue”.

Si parlò di suicidio, di un guasto tecnico, di un sabotaggio al motore, vista la forte inimicizia con il futuro presidente Francese Charles De Gaulle. E se fosse stata una messinscena? La verità venne a galla molti anni dopo, nel 2008. L’aereo era stato abbattuto da un pilota della Luftwaffe. Horst Rippert, ai comandi del caccia tedesco, confessò cosa accadde quel giorno di fine luglio. “Non avrei mai sparato se avessi saputo chi fosse”, disse, ammettendo che aveva letto quasi tutti i suoi libri, tranne “Il piccolo principe”.

Saint-Exupéry si trovò, nella sua storia di aviatore, più di una volta a faccia a faccia con la morte. Il Piccolo Principe è nato dopo un incidente, avvenuto il 29 dicembre 1935, alle 2:45 del mattino. Nel tentativo di battere il record di volo lungo la tratta Parigi-Saigon, precipitò con il suo meccanico, Prevot, nel deserto libico, dove fu ritrovato, stremato, da una carovana di nomadi. Una storia raccontata dalle cronache dei giornali del tempo.

“Si è soli nel deserto, disse il piccolo principe. Si è soli anche con gli uomini, rispose il serpente”. Un’altra bellissima citazione da leggere nelle pagine.

«È incerto se Saint-Exupéry volasse per scrivere o scrivesse per volare», disse una volta Umberto Eco. Forse si era perso tra le stelle illuminate, in quella notte di luglio, affinché  un giorno ognuno potesse trovare la sua.