C’è un’inchiesta della Procura sulla morte del feto di una bimba in ospedale, rilevata dopo l’ultimo tracciato.
Dopo le due denunce presentata rispettivamente dagli avvocati Raffaele Benfatto e Salvatore Donadei per conto dei genitori, presso i Carabinieri del Reparto Nas, infatti, il pm Massimiliano Carducci ha disposto i primi accertamenti investigativi.
A breve, sarà anche disposta l’autopsia per far luce sulla tragedia che ha travolto una coppia di trentenni.
In base a quanto affermato nella denuncia, la giovane donna, in data 1 marzo, si è recata accompagnata dal marito, presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Cardinale Panico” per effettuare un primo tracciato, già programmato tempo prima. L’esito dello stesso non destava preoccupazioni, poiché il battito risultava regolare e la partoriente poteva tornare a casa con la raccomandazione di ritornare dopo due giorni per il parto. Il giorno dopo, però, a causa di uno stato di malessere, veniva riaccompagnata in ospedale dal marito e ricoverata in reparto. Questa volta il risultato dell’esame risultava infausto. L’ultimo tracciato non rilevava più il battito cardiaco. A quel punto, come da prassi, si procedeva ad un parto “indotto” per espellere il feto oramai morto.
In particolare, marito e moglie si domandano come mai, il primo tracciato non ha rilevato nulla di anomalo, mentre quelli successivi, a poche ore di distanza, hanno dato quell’esito tragico.
La giovane coppia, attraverso i propri legali, chiede quindi alla magistratura di verificare se vi siano responsabilità da parte del personale medico-sanitario che ha avuto in cura la giovane donna.