Va in ospedale per partorire, ma il feto era già morto. Archiviazione per sei indagati

Le sei persone (tra medici ed infermieri) del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Galatina rispondevano di omicidio colposo e lesioni personali colpose

Si conclude con l’archiviazione, il procedimento penale a carico di sei indagati del personale medico dell’Ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina, finiti sotto inchiesta dopo la denuncia di una donna, che a seguito delle operazioni di travaglio, aveva partorito un feto morto. Il gip Angelo Zizzari ha accolto la seconda richiesta di archiviazione del pm Alessandro Prontera, rigettando l’istanza di opposizione da parte delle persone offese.

Le sei persone (tra medici ed infermieri) del reparto di Ostetricia e Ginecologia rispondevano di omicidio colposo e lesioni personali colpose.

La decisione del gip è maturata all’esito delle consulenze che hanno escluso profili di colpa a carico degli indagati.

Ricordiamo che il pm aveva formulato una prima richiesta di archiviazione, impugnata dalle persone offese, e non accolta dal gip Michele Toriello, il quale aveva chiesto ulteriori approfondimenti istruttori.

All’esito di questi accertamenti, è stata avanzata una seconda richiesta di archiviazione dal pm (oggetto anche questa di opposizione da parte delle persone offese), che ha trovato accoglimento nell’ordinanza di archiviazione.

Gli indagati sono stati difesi dagli avvocati Maria Gabriella Mastrolia, Giuseppe Bonsegna e Donato Mellone.

La tragedia

I fatti risalgono 23 dicembre 2019. La tragedia si è verificata all’Ospedale di Galatina, dove una giovane donna si era recata nell’imminenza del parto. In realtà, prima che ciò avvenisse, il nascituro non dava più segni di vita. E ben presto i medici hanno dovuto constatare la morte dello stesso. A quel punto si è proceduto al parto naturale per l’espulsione dall’interno dell’utero del feto. Successivamente, i familiari della signora hanno sporto denuncia presso i carabinieri di Galatina, assistiti dall’avvocato Mario Viola. E la Procura ha aperto un’inchiesta, affidando l’autopsia al medico legale Roberto Vaglio.

In sede di denuncia, il marito ha sostenuto come la moglie, originaria di Galatina, avesse fatto l’ultimo tracciato, dal quale sembrava che tutto andasse bene. Anche subito dopo il ricovero del 23 dicembre, gli esami erano risultati regolari e i medici le avrebbero somministrato un medicinale per indurre il parto. A partire dagli accertamenti successivi, però, non veniva più registrato il battito del bambino.