La compassione e la generosità sono costate care ad un anziano di Montesano Salentino che, pensando di aiutare economicamente madre e figlio, ha assecondato (e accontentato) le loro pretese di denaro. In fondo, si trattava di piccole somme, chieste con scuse apparentemente innocenti.
Con il passare del tempo, però, i due hanno mostrato il loro vero volto cominciando ad approfittare della buona fede del pensionato che si è ritrovato a vivere un vero e proprio incubo. Le richieste di denaro sono diventate sempre più frequenti e consistenti tanto che l’uomo ha smesso di vestire i panni del benefattore, per indossare quelli di «vittima» di una estorsione.
Non si contano gli episodi raccontati ai Carabinieri della Stazione di Specchia, dove il pensionato, un 78enne si è rivolto quando ha cominciato ad avere paura. Agli uomini in divisa, ha confidato che da dicembre 2018 – un po’ per ingenuità un po’ per timore – aveva continuato a pagare somme sempre più consistenti di denaro che madre e figlio pretendevano con modi poco gentili, quasi minacciosi. Prima 20 euro, poi 50 fino a quando le richieste non hanno cominciato a superare i 250 euro. Denaro mai restituito.
L’ultimo “prestito”, però, è costato caro ad Antonia Sparascio, 66enne di Montesano Salentino e per suo figlio, Andrea Giangreco, 33enne finiti nella trappola degli uomini in divisa che hanno chiuso il cerchio dopo la denuncia presentata dal malcapitato che ha dato il via alle indagini. Per i due, arrestati in flagranza di reato, si sono aperte le porte del Carcere di Lecce.
“Sequestrato” in casa
Il pensionato aveva paura soprattutto per i modi minacciosi utilizzati da madre e figlio per avanzare le loro richieste. Temeva, insomma, che potessero fargli del male. E non era una preoccupazione infondata come dimostra l’episodio più grave, avvenuto i primi giorni di gennaio.
In un crescendo di aggressività, i due hanno messo in piedi un’estorsione talmente violenta che il pensionato a temuto il peggio. Come confidato ai militari, madre e figlio hanno attirato l’anziano nella loro abitazione promettendogli di restituirgli tutto il denaro che gli aveva ‘prestato’. Era un tranello: quando hanno aperto per il poveretto è cominciato un incubo.
Prima lo hanno bloccato, chiudendo a chiave la porta d’ingresso. Poi, non contenti, hanno cominciato a minacciarlo, togliendogli anche il telefono cellulare per evitare che chiedesse aiuto. Chissà come sarebbe finita se l’uomo non avesse avuto un malore. Forse spaventati dalle conseguenze dei loro gesti, hanno ceduto alle insistenze del poveretto, concedendogli di andarsene. Ad un patto: quello di consegnare alla coppia altri mille euro, cosa che il poveretto ha fatto qualche giorno dopo.
La trappola che ha incastrato madre e figlio
Quando sembrava tutto finito è stato contattato (ancora) dalla donna che, non contenta, ha chiesto altri mille euro. Non restava che chiedere aiuti. L’anziano, accompagnato dall’avvocato Angelo Colagiorgio, si è rivolto ai Carabinieri di Specchia che hanno teso alla coppia una trappola. Hanno detto all’uomo di fingere di acconsentire alla richiesta, fissando un appuntamento, presso la loro abitazione, per il pagamento. Come era avvenuto tante volte.
Una volta consegnato ai due malfattori il denaro, precedentemente fotocopiato, i militari sono entrati in azione bloccando i due e mettendo fine alle loro angherie. Durante la perquisizione personale, gli uomini in divisa hanno trovato e sequestrato la busta, ma anche i telefoni cellulari utilizzati per le richieste estorsive. I contanti usati per incastrare i due aguzzini sono stati restituita al pensionato.
Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati accompagnati presso la casa circondariale di Lecce. Ora dovranno rispondere di estorsione in concorso.
