Prometteva interessi fino al 120% per investire in una società, ma dietro si celava la truffa. In manette 41enne italo-brasiliano


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Prometteva interessi elevatissimi, che andavano dal 48 al 120% e, per i primi mesi, li saldava anche, salvo poi non corrisponderli più accampando una serie di scuse. Una vera e propria truffa, perpetrata ai danni di 50 leccesi che ha portato all’arresto di Fabiano Simones Santos, 41enne di origini brasiliane.

L’uomo è stato tratto in arresto a Praga mentre si trovava in Repubblica Ceca in esecuzione di un Mandato di arresto europea emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari di Lecce su richiesta del Pubblico Ministero titolare delle indagini.

Le indagini

Le indagini hanno preso il via nell’ottobre del 2016 in seguito a una serie di denunce prodotte da alcuni risparmiatori che lamentavano le mancata restituzione di somme investite in una società finanziaria con sede in Belize denominata Adversiting Corp.

Secondo quanto segnalato le vittime sarebbero state avvicinate dall’indagato e da due suoi collaboratori che, operando al di fuori dei canali ordinari di intermediazione finanziaria, avrebbero proposto fantomatici investimenti nella società in oggetto operante nel settore pubblicitario. Le somme sarebbero state utilizzate per l’acquisto di banner on-line da rivendere o noleggiare ai maggiori siti mondiali e motori di ricerca internazionali.

Allo scopo di invogliare i risparmiatori venivano garantiti rendite che andavano da 48 al 120% annue ma, in alcuni casi, anche del 300%.

Il sistema utilizzato per la truffa

Dalle indagini messe in atto dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Lecce, il 41enne, avvalendosi di elevate competenze nel settore finanziario, è riuscito nell’arco temporale di due anni, a sottrarre ben 1,5 milioni di euro. il sistema consisteva nel carpire la buona fede delle persone disposte a investire, convincendoli ad effettuare da casa, direttamente dalle proprie postazioni di home banking on-line, versamenti su conti corrente aperti presso varie banche con sede in Repubblica Ceca, Spagna, Polonia, Stati Uniti e Svizzera.

Per rendere credibile il tutto, poi e incrementare la raccolta di denaro attraverso la ricerca di nuovi clienti, il sistema prevedeva il pagamento di cedole che venivano accreditate su portafogli elettronici attraverso piattaforme internet di pagamento con sede in stati a fiscalità privilegiata.

A seguito delle denunce, hanno preso il via le indagini da parte delle Fiamme Gialle che sono culminate con l’attività di perquisizione presso le abitazioni e i locali in uso agli indagati che hanno consentito di identificare 50 persone, tutte residenti in provincia di Lecce, che avevano investito in questi prodotti finanziari. Esaminando la documentazioni, poi, sono emersi i flussi di denaro movimentati e i conti su cui le somme venivano trasferite per essere sottratte definitivamente  ai legittimi proprietari.

Al termine delle verifiche, viste le prove inconfutabili, il Pubblico Ministero titolare dell’inchiesta ha chiesto e ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Fabiano Simones Santos e, una volta accertatane l’irreperibilità in Italia, nel mese di ottobre 2016 è stato emesso un Mandato di Arresto Europeo e una Commissione Rogatoria finalizzata a ottenere il sequestro delle somme depositate sui conti esteri.

Il 41enne di origini brasiliane è stato arrestato a Praga dove si trovava e, nella giornata di ieri, accompagnato dagli agenti dell’Interpol, è giunto a Roma e tradotto presso il carcere di Rebibbia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.