Arrestati in flagranza di reato grazie ad uno stratagemma che ha permesso agli agenti del Commissariato di Nardò che da tempo li tenevano d’occhio di aggirare il sistema che avevano architettato per aprire la porta solo ai clienti, due giovanissimi del posto finiscono nei guai con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e detenzione abusiva di armi. Per il più grande, un 18enne, si sono aperte le porte del carcere di Lecce. Per la complice, una 16enne, sono scattati i domiciliari.
Fingono di consegnare pizze per ‘evitare’ la parola d’ordine al citofono
Da tempo l’attenzione dei poliziotti del Commissariato si era concentrata sull’insolito viavai di persone da un’abitazione di Nardò. Movimenti “sospetti” di giovani, quasi tutti già conosciuti come consumatori di sostanze stupefacenti. Non è stato solo questo particolare a convincerli a vederci chiaro. C’era il fatto che gli inquilini avevano architettato uno stratagemma per capire chi far entrare in casa e chi no. Aprivano la porta solo ai volti conosciuti con cui avevano concordato una parola convenzionale da pronunciare al citofono. A quel punto, per aggirare l’ostacolo i poliziotti hanno escogitato un piano: presentarsi come fattorini di un noto servizio di consegna a domicilio. Così hanno suonato, riferendo di dover consegnare due pizze.
Nonostante non avessero ordinato nulla, non hanno resistito alla tentazione di aprire la porta, ritenendo forse che le pizze fumanti fossero un regalo di qualcuno dei loro clienti.
È così che i poliziotti sono riusciti ad irrompere a sorpresa all’interno dell’appartamento impedendo agli occupanti di nascondere o distruggere lo stupefacente conservato ed in parte già confezionato per la consegna ai futuri acquirenti. Un vero e proprio supermarket della droga
Il sequestro dello stupefacente
Sono stati sequestrati 162.35 grammi di marijuana insieme a tutto il materiale per il confezionamento delle dosi, 5 cartucce calibro 12, 2 coltelli, 1 mazza da baseball, 1 martelletto, 1 noccoliera tirapugni in ferro. Tanto è bastato, come detto, a far scattare l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di armi.
Il maggiorenne è stato condotto in carcere mentre la minorenne agli arresti domiciliati.
