Per evitare il carcere si nasconde con l’aiuto dell’ex suocero, arrestato il 44enne ricercato


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Quando ha capito di avere le ore contate e che presto gli uomini in divisa avrebbero bussato alla porta della sua abitazione per accompagnarlo in Carcere, Sandro Mirra, 44enne di Nardò volto già conosciuto alle forze dell’ordine, ha deciso di nascondersi, di far perdere le sue tracce. E ci è anche riuscito per qualche giorno. Una ‘latitanza’ durata fino a ieri pomeriggio, quando gli agenti del locale commissariato si sono presentati senza avviso in una villetta di campagna, a Sant’Isidoro, dove aveva trovato riparo con l’aiuto del suo ex suocero, Antonio Carafa, finito anche lui in manette.

Il 71enne, infatti, è accusato di averlo ‘ospitato e coperto’. Nel linguaggio giuridico di favoreggiamento personale e resistenza a Pubblico Ufficiale perché ha tentato in tutti i modi di bloccare i poliziotti per permettere al genero la fuga. Ma andiamo con ordine.

La ‘visita’ nella villetta

Mirra, un passato alle spalle che lo ha fatto finire spesso sulle prime pagine dei giornali locali, deve scontare a Borgo San Nicola una condanna definitiva a sei anni, un mese e otto giorni, ma quando gli uomini in divisa sono andati nella sua abitazione, dove sarebbe dovuto rimanere ai domiciliari, per consegnargli il provvedimento non c’era. Piuttosto che finire in cella aveva preferito essere uccel di bosco, come si suol dire.

Gli agenti, probabilmente intuendo che non poteva essere andato lontano, hanno deciso di ‘visitare’ la villetta di Sant’Isidoro dell’ex suocero. E lì hanno trovato il ‘fuggitivo’ che ha cercato di sottrarsi all’esecuzione del mandato di arresto con la complicità del papà della sua compagna.

Non tutto, come detto, è filato liscio. Carafa – con una serie di scuse – ha preso tempo, permettendo al 44enne di scappare a piedi. La fuga è durata appena qualche metro. Il giovane è stato bloccato da alcuni agenti che avevano circondato l’abitazione.

Una ‘bomba’ in casa: chiamati gli artificieri

Non è finita qui. L’ex suocero dovrà difendersi anche dall’accusa di detenzione illegale di arma da guerra. Quando i poliziotti hanno perquisito l’abitazione, alla ricerca di ‘prove’ che confermassero che il 44enne aveva vissuto lì, hanno trovato una bomba da mortaio da 81 millimetri, modello M53. Era nascosta all’interno dell’armadio nella stanza da letto utilizzata dal ricercato. A quel punto sono stati chiamati gli artificieri che hanno ‘disinnescato’ l’ordigno. Il 71enne a cui probabilmente erano stati chiesti lumi ha riferito spontaneamente di esserne in possesso da diverso tempo.

Sentito il Pubblico Ministero di turno, Mirra è stato accompagnato a Borgo San Nicola. Carafa, che risponde di favoreggiamento personale, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione illegale di arma da guerra, è finito ai domiciliari.