Non si sarebbe rassegnato alla fine della relazione e avrebbe perseguitato la ex compagna per sette lunghi mesi, ma il suo “comportamento” gli è costato l’arresto. A finire ai domiciliari con il braccialetto elettronico è un uomo di Ugento, accusato di aver reso la vita della donna un vero e proprio inferno. La malcapitata non ha avuto pace. Ha ricevuto messaggi sui social da finti profili, è stata offesa, accusata di essere una donna di “facili costumi”, è stata aggredita verbalmente e fisicamente come quando l’uomo le avrebbe stretto le mani intorno al collo. La malcapitata non solo aveva paura, ma si sentiva controllata. Forte in lei il sospetto che il suo ex avesse installato un gps sulla sua macchina per cercare di seguire i suoi movimenti.
A nulla è servita la diffida scritta dall’avvocato David Alemanno, anche lui finito nel mirino delle offese dell’uomo che non ha desistito arrivando anche a controllare il cellulare della ex per verificare che non avesse ‘contatti’ con altri uomini.
Un incubo, come detto, durato fino a quando, alla vigilia della Festa della Donna, l’uomo ha ricevuto la visita degli uomini in divisa che gli hanno consegnato un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lecce, Alessandra Sermarini.
«Si è al cospetto di un amore malato che induce l’indagato a comportamenti di ricerca compulsiva che si acuiscono con il rifiuto della vittima» scrive il Giudice per le indagini preliminari nel provvedimento.
Ora dovrà difendersi dalle accuse di stalking e violenza sessuale aggravati, accuse contestate dal pm Luigi Mastroniani.