
È stato ascoltato in mattinata, il “pentito” Tommaso Montedoro, nel corso del processo sui presunti illeciti del mese di maggio del 2014, relativi al vecchio consiglio di amministrazione della Bcc di Terra d’Otranto.
Dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale (Presidente Roberto Tanisi) il collaboratore di giustizia è stato sentito in aula, collegato in videoconferenza da una località protetta, come teste del pm Carmen Ruggiero.
Tommaso Montedoro, assistito dall’avvocato Sergio Luceri, ha risposto alle domande del pm ed ha riferito quanto già detto agli inquirenti (le dichiarazioni sono poi confluite in un verbale prodotto in udienza).
Il collaboratore di giustizia ha riferito di avere avuto rapporti con esponenti della frangia monteronese della Sacra Corona Unita e con Gianni “Conad” e Saulle Politi, entrambi imputati.
Il pentito Montedoro ha poi parlato di un incontro avvenuto a Casarano con l’ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, imputato nel processo (presente oggi in aula), poiché all’epoca dei fatti, era socio ed amministratore di fatto della banca. Ed ha dichiarato in aula: “L’ho incontrato solo una volta agli inizi del 2013 in un bar di Casarano. Avevo intenzione di aprire un negozio assieme a dei soggetti calabresi e mi serviva un aggancio con le banche”. Si sarebbe trattato, nello specifico, della richiesta di un prestito bancario per l’apertura di un centro commerciale nel Basso Salento. Mazzotta avrebbe promesso di interessarsi alla vicenda, offrendo l’apertura di linee di credito presso due istituti bancari. E avrebbe anche regalato a Montedoro un paio di scarpe Hogan. Inoltre, gli venne chiesto un “appoggio” per una campagna elettorale. Però come riferito dallo stesso pentito, “dell’affare non se ne fece niente, perché nel frattempo venni arrestato”.
Successivamente, il “pentito” si è sottoposto al controesame del collegio difensivo, rispondendo alle domande degli avvocati.
Il sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, occorre ricordare, ha sempre smentito categoricamente di avere conosciuto e addirittura incontrato, Tommaso Montedoro.
Le accuse
Al sindaco di Carmiano viene contestato dalla Procura, tra le altre cose, di aver favorito il fratello Dino per ottenere la presidenza a scapito dell’altro concorrente Giulio Ferrieri Caputi. In che modo? Anche attraverso svariate false autenticazioni delle firme dei soci per votare per la lista capeggiata da Dino Mazzotta. Sul banco degli imputati, oltre al “primo cittadino” di Carmiano, compaiono: Ennio Capozza, 62 anni di Lecce, nelle vesti di visurista a contratto per la banca, direttore di filiale; Luciano Gallo, 50 anni di Martano; Saulle Politi, 46 anni di Monteroni; Giovanni Mazzotta, 53 anni di Monteroni, detto Gianni Conad e Maria Grazia Taurino, 53 anni di Carmiano, addetta ai mutui. Rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: estorsione aggravata dal metodo mafioso, tentata e consumata, violenza privata, tentata concussione.
Il collegio difensivo
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Andrea Sambati, Francesco Paolo Sisto, Salvatore Pino, Paolo Spalluto, Massimo Bellini, Luigi e Roberto Rella, Carlo Sariconi, Laura Minosi, Ladislao Massari, Paolo Pepe, Antonio Savoia.
Inoltre, si sono già costituiti parte civile: l’ex deputato di Alleanza Nazionale Achille Villani Miglietta, assistito dall’avvocato Carlo Gervasi e Giulio Ferrieri Caputi, il competitor di Dino Mazzotta per ottenere, all’epoca dei fatti, la Presidenza della banca.