Rilasciarono la concessione demaniale in area tutelata dal Piano paesaggistico, arriva l’assoluzione


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Sempre attuale la vicenda delle concessioni demaniali marittime nel Salento.

Questa volta non per l’annosa ed irrisolta diatriba sulla legittimità delle proroghe, ma per il rilascio delle nuove concessioni in rapporto alle prescrizioni del Piano Paesaggistico della Regione Puglia e alla normativa in materia di procedure di evidenza pubblica.

Con una decisione del Tribunale di Lecce, nella persona del Giudice Unico della II Sezione penale Dott.ssa De Benedictis, il dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale Paolo Stefanelli, il dirigente dell’Area Marina Protetta Paolo D’Ambrosio e il dirigente della Riserva Naturale Orientata Tarcisio Basile sono stati assolti (perché il fatto non sussiste) dalla imputazione di violazione del codice della navigazione e della normativa urbanistica edilizia, nonché dalla contestazione di distruzione delle bellezze naturali ipotizzate dalla Procura della Repubblica di Lecce con riferimento alla concessione demaniale marittima e agli altri titoli rilasciati nel 2016 in forza dei quali è stato realizzato lo stabilimento balenare. Assolti anche l’assessore al demanio, i titolari dello stabilimento ed il progettista.

Accolte le tesi dei difensori degli imputati gli avvocati Antonio Quinto per conto dei tecnici comunali, Luigi Covella e Pietro Nicolardi per il progettista, Italo Foggetti per l’assessore De Monte, Dario Vitale, Giuseppe Gaglione e Giuseppe Romano per i proprietari.

Le contestazioni

La Procura della Repubblica aveva, in particolare, contestato la illiceità della concessione demaniale in quanto rilasciata su un’area classificata dal piano paesaggistico della Regione Puglia come zona di rispetto della macchia mediterranea e del cordone dunale per la quale vi sarebbe un divieto di insediamento di nuove strutture balneari e perché rilasciata senza una gara pubblica.

La vicenda aveva già avuto risonanza subito dopo il sequestro dello stabilimento operato dai Carabinieri della stazione di Campi Salentina, allorquando gli uffici regionali erano stati investiti dal Comune di Porto Cesareo di una richiesta di chiarimento in ordine alla corretta applicazione delle disposizioni della L.R. n. 17/2015 che individuano i vincoli ostativi al rilascio delle nuove concessioni demaniali e, in risposta, avevano adottato una circolare destinata a tutti i comuni costieri. A tale circolare aveva fatto seguito persino una legge di interpretazione autentica.

Le argomentazioni della difesa

Nel dibattimento innanzi al Tribunale di Lecce l’avvocato Antonio Quinto ha dimostrato come i funzionari comunali abbiano fatto corretta e doverosa applicazione di tali principi che erano già desumibili dall’ordinamento regionale prima ancora dell’intervento chiarificatore del legislatore, dovendosi considerare solo il piano comunale lo strumento destinato a dettare i criteri anche sotto il profilo ambientale.

È stato inoltre evidenziato come nessun reato possa essere ipotizzato con riferimento al mancato espletamento della gara pubblica, atteso che la procedura di pubblicazione della domanda all’albo pretorio fissata dal codice della navigazione aveva comunque garantito nella fattispecie una adeguata forma di confronto concorrenziale.

Il Tribunale ha condiviso le questioni poste dalla difesa e ha assolto gli imputati con formula piena.