Arriva l’assoluzione per due tifosi leccesi, finiti sotto processo per i disordini avvenuti nel corso dell’incontro di calcio Lecce-Inter del 2020.
Oggi la seconda sezione collegiale del Tribunale di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Valeria Fedele), ha emesso sentenza di assoluzione con formula piena (per non aver commesso il fatto) in favore di Erihs Spedicato e Stefano Vernole, entrambi di Lecce e difesi dall’avvocato Giuseppe Milli, dopo un lungo processo terminato quasi a 4 anni di distanza dai fatti.
Il legale, nel corso del lungo e capillare dibattimento, ha dimostrato l’innocenza di entrambi soprattutto grazie ad una perizia tecnica sull’unico elemento di prova utilizzato: un video amatoriale acquisito dalla Digos da uno spettatore.
Sono stati ascoltati i poliziotti intervenuti e gli stewards, ma la tesi difensiva ha retto al termine del processo.
I testimoni delle persone offese, invece, avrebbero riferito circostanze differenti da quelle che si notavano dalla visione del video. Ulteriore tassello che avrebbe definitivamente corroborato l’innocenza del Vernole e dello Spedicato, è stata la strategia difensiva finalizzata all’esame di testimoni, con la comparazione contestuale tra quanto essi ebbero a riferire e le immagini che scorrevano e i fotogrammi da esse estrapolate.
Tutto ciò, come sottolinea l’avvocato Milli: “Ha posto la parola fine a un calvario durato 4 anni durante i quali gli imputati hanno scontato (senza possibilità di poter essere indennizzati o risarciti) ben 3 anni di Daspo con obbligo di firma, una vera e propria gogna mediatica post conferenza stampa e il processo penale a loro carico”.
A margine della sentenza, l’avvocato Milli ha dichiarato: “Vederli in lacrime alla lettura della sentenza mi ripaga di tanto lavoro. Sia da monito a coloro che troppo frettolosamente condannano prima di un giudizio del Giudice anche se il rammarico è tanto poiché indagini più serene avrebbero certamente evitato questo ennesimo danno a carico di tifosi che come sempre pagano in anticipo senza possibilità di difesa, solo dopo molto tempo, a costo di tanto dolore sofferto poi vedono trionfare la Giustizia”.
Nel settembre del 2021, invece, era arrivata in primo grado la condanna a 3 anni ed 8 mesi di reclusione per Alessandro Capone, 55 anni di Copertino, per rapina pluriaggravata al termine del processo con rito abbreviato. La sentenza era stata emessa dal gup Michele Toriello. Non solo, poiché il giudice aveva assolto l’imputato dalle accuse di lesioni aggravate e tentata rapina pluriaggravata. L’imputato, difeso dall’avvocato Paolo Spalluto, aveva presentato ricorso in Appello.
Ricordiamo che agli inizi del 2020, i tre sostenitori del Lecce vennero denunciati dalla Digos perché ritenuti gli autori dei disordini avvenuti nel corso dell’incontro di calcio Lecce-Inter valevole per il campionato di serie A. Venne poi aperto un procedimento penale, sfociato nella richiesta di rinvio a giudizio della Procura.
Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Luigi Mastroniani, dopo il gol segnato dai nerazzurri (0-1) i tre, scendendo dall’alto della Curva Sud, nel tentativo di impedire l’esultanza degli interisti, che si trovavano nell’anello inferiore, avrebbero cominciato a sferrare pugni e schiaffi, colpendo alcune persone. A farne le spese, una quarantenne che si trovava allo stadio insieme al compagno e ai figli. La donna, a seguito dell’aggressione, riportò un «trauma contusivo della regione nucale e del rachide cervicale», giudicata guaribile in 10 giorni. Non solo, poiché i tre si sarebbero impossessati della sciarpa interista di un altro tifoso (colpendolo con un pugno), bruciandola sugli spalti.
E infine, avrebbero tentato di sottrarre la sciarpa ad un tifoso minorenne. Il ragazzo sarebbe anche caduto dai gradoni, per fortuna senza gravi conseguenze.
Come detto, le accuse sono cadute al termine dei rispettivi processi. Solo per un imputato è arrivata in primo grado la condanna per rapina.