Le strade nelle campagne di Melendugno, liberate nelle scorse ore dai chiodi e dai massi posizionati per impedire ai mezzi della multinazionale svizzera e alle forze dell’ordine di raggiungere il Cantiere Tap, sono state bloccate, di nuovo, nella notte. Questa volta, però, gli attivisti hanno utilizzato dei sassi prelevati dai muretti a secco.
Sono le recinzioni che per secoli hanno resistito al tempo a subire i danni maggiori in questa battaglia tra chi si oppone alla realizzazione del progetto e chi lo difende considerandolo strategico per il territorio. Non è la prima volta, infatti. Ad aprile furono i manifestanti a ricostruire un muro di cinta millenario distrutto durante alcuni atti vandalici.

Giusto qualche ora, insomma, e la situazione si è ripresentata tanto che la Questura ha dovuto richiedere (ancora) l’intervento del Comune di Melendugno per rimuovere gli impedimenti fisici che costituiscono un grave pericolo per l’incolumità pubblica.
Come accade ormai ogni qual volta che si consuma una battaglia, gli uomini in divisa visioneranno le immagini del sistema di video-sorveglianza per dare un volto ai responsabili del gesto e denunciarli alla Procura della Repubblica di Lecce.