Estorsione e usura verso un imprenditore, autista condannato a 5 anni e 6 mesi

La sentenza è stata emessa nei confronti di un 52enne leccese, accusato di estorsione e usura verso un imprenditore.

Arriva la condanna per un dipendente della Sgm, con mansioni di autista, accusato di estorsione e usura verso un imprenditore. Al termine del processo, nella giornata di ieri, i giudici della seconda sezione collegiale (presidente Cinzia Vergine) hanno inflitto la pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione e 20mila euro di multa a Vito Baglivi, 53enne leccese. L’imputato è stato assolto, “perché il fatto non sussiste” solo in relazione ad un assegno.

I giudici hanno anche disposto nei confronti di Baglivi, l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e la confisca della somma di 3.390 euro, quale profitto del reato. I giudici hanno disposto anche il risarcimento del danno in separata sede ed una provvisionale di 7mila euro in favore dell’imprenditore che si era costituito parte civile, attraverso l’avvocato Francesca Conte.

Vito Baglivi è assistito dagli avvocati Giovanni Battista Cervo e Romeo Russo che presenteranno ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 90 giorni).

I fatti si sarebbero verificati tra luglio e settembre del 2011. Secondo l’accusa rappresentata dal pm Carmen Ruggiero, il dipendente della Sgm (estranea ai fatti contestati dalla Procura) avrebbe ricevuto dall’imprenditore edile, in sei tranches e in particolare sotto forma di assegni, somme di denaro oscillanti tra i 1.000 ed i 4.000 euro, con interessi usurari tra il 94,26 % ed il 190,35 %, come corrispettivo di precedenti prestiti.

Non solo, poiché Baglivi avrebbe minacciato l’imprenditore. Sottolineando che quel denaro prestatogli apparteneva a personaggi noti nell’ambiente dell’usura, e che se non avesse pagato gli interessi, non avrebbero esitato a recuperarlo con la forza e lo avrebbero sparato costringendolo a consegnare varie cambiali per circa 20.800 euro, in cambio di alcuni assegni pretesi a garanzia dei prestiti.

In seguito arrivò la richiesta di rinvio a giudizio della Procura che venne accolta dal gup Giulia Proto, al termine dell’udienza preliminare. Si è giunti così alla celebrazione del processo, conclusosi con la condanna dell’uomo.

Come detto, la difesa potrà dimostrare l’estraneità dell’imputato ai fatti contestati, nel corso del processo di Appello.