Autopsia Marianna Greco: ipotesi suicidio. Il legale della famiglia: “Elementi oggettivi di segno contrario”

L’autopsia è stata eseguita dopo che il pm aveva iscritto registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario, come atto dovuto, il marito della donna.

La famiglia di Marianna Greco, trovata morta il 30 novembre 2014, uccisa da quattro coltellate alla gola nel letto matrimoniale della sua casa di Novoli, si pone alcuni interrogativi sugli sviluppi dell’indagine. E lo fa attraverso un comunicato stampa dell’avvocato Francesca Conte.

Il legale, dopo aver appreso che la perizia autoptica è stata depositata e confermerebbe l’assenza di segni di difesa, come già emerso dopo la riesumazione della salma, sostiene: “Non possiamo che rimanere allibiti in quanto sembrano invece esserci diversi elementi oggettivi di segno contrario degni di nota quali: ferite da taglio alle dita della mani (di cui si allegano relativi fotogrammi), ematoma al palmo della mano dx, un’unghia spezzata del dito medio e un labbro superiore lesionato etc. che fanno presagire che un tentativo di difesa invece possa esserci stato, ma su questo, meglio di noi, argomenterà il Prof Tagliabracci nelle opportune sedi se e quando potremo avere copia della tanto attesa CTU”.

Il comunicato continua: “A ciò si aggiunga che, ben 3 anni dopo la morte, l’indagato ha consegnato un telefonino attraverso il quale assume di poter dimostrare gli eventuali spostamenti effettuati il 30.11.2016, giorno della morte di Marianna”.

E poi, “attraverso i nostri consulenti informatici abbiamo già spiegato, e meglio ancora dettaglieremo nelle opportune sedi, l’inutilità (se non la nocività) di questo accertamento tardivo rispetto al momento dei fatti e riguardante un’utenza mai accertata, in illo tempore, essere in uso all’indagato”. E l’avvocato conclude: “la speranza dei familiari è che, malgrado tutto, si possa giugere serenamente all’accertamento della verita’”.

L’autopsia

L’esame – voluto per cercare di chiarire i tanti dubbi sollevati dalla famiglia che non ha mai creduto alla tesi del suicidio – è stato eseguito dai medici legali Roberto Vaglio (che ha poi rinunciato all’incarico, n.d.r) e Francesco Introna. Secondo quanto trapelato, durante le oltre quattro ore dell’autopsia, è stato rinvenuto del materiale sotto le unghie di Marianna. Non solo, sono stati acquisiti anche altri reperti (ad esempio, campioni di pelle e di tessuto) che sono stati stati inviati ai Ris di Roma. Ad ogni modo, dagli accertamenti autoptici, non sarebbero emersi “segni di difesa“, compatibili con una colluttazione.

Ricordiamo che l’autopsia è stata eseguita, dopo che giorni prima, il Pubblico Ministero Stefania Minnini, titolare del fascicolo, ha iscritto registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario, il marito della donna, difeso dagli avvocati Antonio Tommaso De Mauro e Luigi Rella. Un atto dovuto, come scrive lo stesso pm, per permettere all’uomo – che ha continuato ad urlare la sua innocenza anche nell’ultimo interrogatorio – di nominare un suo consulente.



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