Crac finanziario dell’Omfesa: indagati Ennio De Leo, il figlio Gianluca ed un imprenditore

La Procura di Lecce ha chiuso l’inchiesta. I tre indagati rispondono dell’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta aggravata dal danno patrimoniale di rilevante gravità.

Tre indagati per il crac finanziario Omfesa, le Officine Meccaniche e Ferroviarie del salento. Il sostituto procuratore Giovanna Cannarile ha chiuso l’inchiesta nelle scorse ore.

Gli indagati sono: Ennio De Leo, 70 anni, ex Assessore al Bilancio del Comune di Lecce, in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione, dal 5 maggio del 2003 al 22 marzo del 2013, e di Direttore Generale, dal 21 marzo 2003 al 22 marzo 2013, della Omfesa (Officine Meccaniche e Ferroviarie del Salento s.r.l.), specializzata in costruzione, riparazione e manutenzione di veicoli ferroviarie, con sede a Trepuzzi, dichiarata fallita nel marzo del 2013; l’avvocato Gianluca De Leo, 42 anni di Lecce, in qualità di legale rappresentante della PARFE s.r.l. esercente l’attività di “altri servizi di sostegno alle imprese nca” (tra il 2 agosto del 2004 al 27 giugno del 2012) e Giuseppe Pacchioni, 70enne di Mantova, legale rappresentante della medesima società, a partire dal 25 luglio del 2012.

Rispondono dell’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta aggravata dal danno patrimoniale di rilevante gravità.

Il primo episodio di bancarotta

Il solo Ennio De Leo è accusato di varie irregolarità commesse dal 2006 al 2011. Tra di esse: l’artificiosa indicazione in sede di bilancio di dati contabili non corrispondenti al vero. Nello specifico, attraverso la sopravvalutazione delle rimanenze finali dei materiali di consumo e di merce; la sovrastima dei componenti positivi di reddito, grazie alla fittizia patrimonializzazione di costi per costruzioni interne e manutenzioni straordinarie; l’omessa indicazione di elementi positivi nella dichiarazione IRAP relativa al 2006. Dunque, sostiene la Procura, Ennio De Leo avrebbe alterato la rappresentazione della situazione economico patrimoniale della società, permettendo all’OMFESA di chiudere ciascun anno con fittizi utili di esercizio e compensi straordinari a se stesso, quale Presidente del C.d.a. per un importo complessivo di circa 1.147.089, 69 euro.

Il secondo episodio

Secondo la Procura, Ennio De Leo, in concorso con il figlio Gianluca e Pacchione, a fronte dell’acquisto da parte della PARFE di debiti della OMFESA, presso societa creditrici per un importo complessivo di 1.264.682 euro, compensavano tale credito con la cessione di un terreno di proprietà della OMFESA, adiacente allo stabilimento, per un valore complessivo di 1.080.000 euro.

Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Corleto, Massimo Manfreda, Gianluca De Leo, Giorgio Memmo, Vincenzo Matranga e Angelo Giarda. Hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive.