Forse passeggiando per via Trinchese, quelle lettere colorate sull’asfalto saranno sfuggite agli occhi meno attenti, ma lo scatto dall’alto della strada nel cuore del centro storico di Lecce svela tutta la ‘potenza’ del messaggio scritto a caratteri cubitali dalle 6000 Sardine salentine. La prima di dimensioni così imponenti che appare in Italia. Quasi 100 metri come le 100 sfumature di umanità.
«Black-human-migrants lives matter» si legge sulla ‘strada del passeggio’, sulla via dello shopping ‘calpestata’ ogni giorno da centinaia di persone, da chi va sempre di corsa o gira per i negozi, dai lavoratori o dai turisti, italiani e stranieri che passano da lì nel loro tour alla scoperta della capitale del barocco. Una delle strade più animate del capoluogo, a pochi passi dal Teatro Apollo, diventa lo sfondo più adatto per la scritta, realizzata da da mezzanotte all’alba, insieme a One4all crew, «per ricordarci da dove veniamo e dove dobbiamo andare».
«La troverete lì, domattina, sotto i vostri piedi, camminatela, prendetevene cura» si legge sulla pagina Facebook del Movimento che, a livello nazionale, fa capo a Mattia Santori.
«Una scritta non cambierà il mondo, ma almeno fa capire che in mezzo a tanta indifferenza c’è ancora una politica e una popolazione pronte a metterci la faccia», scrivono le sardine leccesi: Alessandra Caiulo, Aldo Torsello, Alessio Poleti, Francesco Meo, Francesco Liaci.
«L’iniziativa – che toccherà anche altre città – è stata voluta per ricordare, a caratteri cubitali, il messaggio lanciato da tutto il mondo in una settimana importante per il Parlamento, chiamato a esprimere un giudizio politico su una delle tante leggi studiate perché gli ultimi rimangano ultimi: i decreti sicurezza».
La prossima ‘tappa’ in Puglia sarà Taranto con un obiettivo preciso: «Abbiamo scelto le persone – dicono le Sardine pugliesi – non ci interessa il colore della loro pelle e da dove vengono. Abitiamo le strade del Sud con lo spirito di chi è dovuto partire prima di poter tornare. Intrecciati nelle radici, nel cuore, nel cervello. La diversità per noi è ricchezza e va difesa, come la vita».