Calci e pugni a coetanei, ronda di piccoli bulli nel centro di Lecce. Lo sfogo di una madre su Facebook


Condividi su

Un racconto che turba e crea preoccupazione. Giovanni D’Agata, presidente de Lo Sportello dei Diritti, ha raccolto lo sfogo di una giovane madre che ha pubblicato un allarmante post su Facebook.

La donna racconta nei minimi particolari l’aggressione subita dal proprio figlio e dai suoi  tre amichetti, da una vera e propria ronda di circa dieci bulli che – si legge nelle parole di D’Agata – “come una gang gli hanno accerchiati e senza alcun motivo, se non per spirito di teppismo, per un ‘divertimento’ senza alcun senso, gli hanno spintonati, presi a pugni e schiaffi ed infine si sono dileguati, resi quasi ‘invisibili’ dalle loro felpe con cappuccio”.

“Ragazzi educati, allegri, a modo. Compagni di scuola e di gioco da sempre. Alle prime uscite tra coetani – si legge nel post – Che belle esperienze! Le più belle potremmo pensare. Ma, non è sufficiente essere un bravo ragazzo e frequentare bravi ragazzi. Oggi, mio figlio e i suoi amici sono stati bloccati con uno stupido pretesto da più di dieci adolescenti, sono stati accerchiati e picchiati”.

A colpire, in occasione del brutto accaduto, è stata l’ indifferenza della gente “esclusa una dolcissima coppia che è intervenuta evitando il peggio – scrive la madre indignata – Alla quale sarò per sempre grata. Ho vagato per il centro con altre madri, sperando di incontrare questa banda di giovanissimi teppistelli… guardavo in giro, incredula, cercando quella felpa grigia con cappuccio, occhiali e apparecchio ortodontico, felpa gialla Champions, felpa rossa e lettere bianche… ma nulla, spariti. Magari erano già rientrati nelle loro case. Soddisfatti”.

Non si tratterebbe di un caso isolato nel centro cittadino di Lecce, le segnalazione sono state più d’una.

Gruppi di giovanissimi passerebbero il loro weekend a girare nelle vie cittadine con l’unico scopo di bullizzare altri coetanei.

“Purtroppo – prosegue D’Agata – quando fenomeni come questi non si sopiscono e continuano ad essere vivi più che mai nella nostra realtà, non resta che denunciarli e dimostrare alcuna tolleranza, non solo per le conseguenze di natura psichica sulle piccole ‘vittime’, ma anche per quelle che riguardano il futuro esistenziale dei bulli, che senza alcuna punizione e nel probabile disinteresse dei loro genitori sui quali vanno fatte in qualche modo ricadere le colpe di queste condotte, si avvierebbero ad una vita nella quale la percezione degli effetti delle loro azioni negative, porterebbe a nessuna conseguenza”.

Occorre senza dubbio vigilare, perchè le famiglie possano sentirsi tranquille quando il proprio figlio o la propria figlia fa quattro passi in centro con gli amici, sperando di trascorrere qualche ora in serenità.

I bulli devono pagare – conclude la madre ferita – E i loro genitori devono sapere. Nessuno dovrebbe voltarsi dall’altra parte. Oggi è capitato a mio figlio, domani potrebbe capitare ai vostri”.