È tornato a scuola il 17enne salentino picchiato e umiliato dai suoi compagni di classe. È tornato a sedere tra i banchi dell’istituto Tecnico Industriale “Fermi” di Lecce che per mesi avrebbe fatto da teatro alla violenza consumata probabilmente durante il cambio d’ora o la ricreazione, lontano (si spera) dagli occhi dei professori. Da mesi era finito nel mirino dei bulli, ma il ragazzino aveva custodito il segreto: aveva cercato di nascondere i lividi sulle braccia e sulle gambe, raccontava di esserseli procurati in palestra durante l’ora di ginnastica, si era chiuso in silenzio, diventando sempre più introverso. Segni sul corpo che ora – grazie ad un video finito nelle mani della mamma – raccontano un’altra verità: una storia fatta di pestaggi, soprusi, intimidazioni. Come quando gli toglievano la maglietta e la usavano come “cancellino” per pulire la lavagna: così almeno è stato raccontato.
Alla fine, qualcuno ha deciso di riprendere una delle aggressioni avvenute in classe, una terza superiore. Le immagini lasciano poco spazio all’immaginazione: si vede il ragazzo minacciato con una sedia da un compagno che accenna a colpirlo. Non solo, dopo averlo spinto in un angolo, il 17enne è stato preso a calci.
Il video era diventato virale
Quelle sequenze avevano fatto il giro di whatsapp fino a quando un coetaneo del ragazzo ha deciso di spedirlo alla mamma, probabilmente per tentare di aiutare l’amico ad uscire dall’incubo. La donna non ha avuto dubbi: suo figlio era introverso, ma aveva sempre avuto ottimi voti a scuola fino a quell’inspiegabile calo di rendimento. La donna ha chiesto spiegazioni, ma lui ha tentato di minimizzare le violenze dei suoi “tormentatori” con il volto di ragazzini. Alla fine avrebbe ammesso «qualche schiaffo», ma niente di importante.
Il responsabile chiede scusa
Lo studente ‘bullo’ protagonista del video choc sembra che abbia chiesto scusa in classe, ma l’Istituto – che non ha nessuna intenzione di nascondere la testa sotto la sabbia – ha avviato un’istruttoria interna per far luce sul caso. «Il ragazzo, presa coscienza del terremoto mediatico che lo ha travolto – ha dichiarato il dirigente Giuseppe Russ – si è scusato davanti ai compagni e alla stessa vittima per il suo comportamento. È un ragazzo fragile anche lui».
Parallelamente la Procura a cui si è rivolta la famiglia assistita dall’avvocato Giovanni Montagna va avanti con le indagini. Il 17enne potrebbe essere presto ascoltato dagli inquirenti.