Tutto fa pensare che si tratti di un sucidio, l’ennesima tragedia consumata in un Salento che non si abitua mai a simili notizie. Il colpo alla testa, vicino alla tempia, il fucile del padre ritrovato accanto al suo corpo: tutti indizi che farebbero pensare ad un gesto estremo. Un ragazzo di appena 20 anni, A.P. le sue iniziali, pare abbia deciso di togliersi la vita nella tenuta di famiglia a Torre Castiglione, non lontano dalla strada provinciale che collega Porto Cesareo a Torre Lapillo.
La drammatica scoperta è avvenuta questa mattina all’alba. Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 6.00, quando il corpo del ragazzo è stato ritrovato dal padre in una pozza di sangue.
Una volta scattato l’allarme, le ambulanze del 118 hanno raggiunto il luogo della tragedia, ma per il 20enne, figlio di noti imprenditori della zona, non c’era più nulla da fare. Troppo gravi le ferite causate, sembrerebbe, da un unico sparo tant’è che i sanitari intervenuti non hanno potuto far altro, se non constatarne il decesso.
Sul posto anche i carabinieri per tutti gli accertamenti del caso. Saranno gli uomini della Stazione di Porto Cesareo, insieme ai colleghi della Compagnia di Campi Salentina guidati dal comandante Alan Trucchi, a fare luce sull’accaduto.
La zona è stata raggiunta anche dal pubblico ministero Giovanna Cannarile. Ora toccherà al medico legale sciogliere gli ultimi dubbi rimasti. Domani, infatti, dovrebbe essere eseguita l’autopsia sul corpo del 20enne, trasferito nella camera mortuaria del “Vito Fazzi”.
Per prudenza, nessuna pista può essere esclusa, almeno per il momento. Tuttavia sembra smentita l’indiscrezione sul fucile ritrovato accanto al corpo che, nelle scorse ore, aveva gettato qualche ombra. Era circolata, infatti, la notizia che l’arma fosse stata ripulita e svuotata delle altre cartucce, prima dell’arrivo dei soccorsi.