Cani lasciati senza cibo, tra la sporcizia e gli escrementi. Le segnalazioni si rincorrono e scatta il blitz

Cani denutriti, sporchi e in precarie condizioni di salute. Dopo le segnalazioni sul canile di Castri, il Comune di Nardò ha deciso di trasferire i suoi in altre strutture.

Cani denutriti, sporchi, costretti a vivere in condizioni igenico-sanitarie precarie: era questo il contenuto delle segnalazioni, sempre più frequenti, che puntavano il dito contro il canile di Castri di Lecce. Ne sono arrivate tante negli ultimi mesi nel tentativo di aiutare i piccoli ospiti a quattro zampe.

Non erano solo voci, tant’è che dopo aver visto con i propri occhi le pessime condizioni in cui vivevano gli animali, il Comune di Nardò ha deciso di trasferirli. Ben 52 cani hanno lasciato la struttura per trovare un rifugio altrove, nei canili di Corigliano e Casarano.

Il sopralluogo

Sul posto si sono presentati non solo gli uomini della Polizia Locale e delle guardie zoofile, ma anche un veterinario e il consigliere delegato al Randagismo, Gianluca Fedele.

Quello che si temeva era reale, se non pure peggio. Gli animali ospiti della struttura erano lasciati senza cibo, a gironzolare tra sporco ed escrementi. Per qualcuno la situazione era più grave, viste le sue precarie condizioni di salute.

Dopo aver informato la Procura della Repubblica e di concerto, il comandante della Polizia Locale Cosimo Tarantino, il comune di Nardò ha disposto il trasferimento dei cani di sua proprietà, non prima di informare anche le atre amministrazioni che utilizzano il canile di Castrì, ben tredici.

«Purtroppo le segnalazioni dal mondo del volontariato che avevamo ricevuto erano fondate – ha spiegato il consigliere delegato al Randagismo Gianluca Fedele – abbiamo trovato una situazione indecente, con quasi tutti i cani in precarie condizioni di salute, senza cibo e tenuti tra sporco ed escrementi».

«Un brutto colpo anche per noi, che tra mille difficoltà stiamo portando avanti una politica molto responsabile sul randagismo e sulle tante problematiche connesse. Inevitabile il trasferimento dei nostri 52 presso altre strutture, allo scopo di tutelare la loro salute. Ringrazio per l’aiuto concreto e il sostegno le guardie zoofile e l’associazione “Mai più randagio”. Sarà compito della Procura ovviamente accertare le responsabilità di tutto questo».



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