Picchiava, minacciava di morte e violentava la sua ex: Carabiniere condannato a 7 anni e 6 mesi

L’appuntato R.M. 56 anni, di Melpignano venne arrestato il 16 agosto del 2014, ristretto ai domiciliari e momentaneamente sospeso dal servizio.

stalking

 

Arriva la condanna a 7 anni e mezzo, per un carabiniere accusato di aver picchiato, violentato e minacciato di morte la sua ex.
R. M., 56 anni, di Melpignano rispondeva di stalking, violenza privata e violenza sessuale. L’imputato è stato assolto dal reato di diffamazione, perché estinto per remissione di querela e da un episodio di violenza privata, per intervenuta prescrizione. La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione collegiale ( Presidente Francesca Mariano, relatore Sergio Tosi, a latere Alessandra Sermarini). Essi hanno disposto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. È assistito dagli avvocati Dimitry Conte e Luigi Suez, i quali, una volta depositate le motivazioni della sentenza ( entro 90 giorni), proporranno ricorso in Appello.

Inchiesta

Le indagini sono state condotte dal pubblico ministero Roberta Licci e dagli agenti del commissariato di Taurisano. Si sono inoltre avvalse di una consulenza informatica eseguita dall’ingegnere Luigina Quarta.
La donna presentò una prima denuncia nel dicembre del 2008 che fu poi ritirata ritirata e l’inchiesta venne archiviata. L’appuntato dei carabinieri venne arrestato il 16 agosto del 2014 (a seguito di altre due denunce della sua ex), ristretto ai domiciliari e momentaneamente sospeso dal servizio. Nel mese di settembre venne invece scarcerato su istanza dei suoi legali.
R.M., dalla fine del 2009 e fino al 2014, avrebbe perseguitato la donna ( ella aveva instaurato una relazione extraconiugale con il carabiniere), arrivando a mandarle anche 200 sms al giorno. Non solo, anche percosse e rapporti sessuali contro la sua volontà.
Inoltre, secondo l’accusa, l’uomo, nell’ottobre del 2008, nella casa di Gallipoli dove si incontravano, avrebbe minacciato di morte la sua ex, con la pistola d’ordinanza, sparando tre colpi contro il soffitto e puntandogliela alla testa. La donna voleva infatti interrompere la relazione “clandestina”, ma il carabiniere non voleva sentire ragioni. In merito a questo reato, come detto, è intervenuta la prescrizione.
Il carabiniere, infine, secondo la Procura, avrebbe mandato una serie di lettere anonime con il normografo, a due persone, affermando che la sua ex aveva una relazione con diversi uomini di cui indicava nome e cognome. Per questi fatti, la vittima ritirò la querela e quindi l’imputato non è stato condannato.