Caro Silvio, stavolta con Fitto hai proprio toppato


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Non è una questione di campanilismo, anzi il campanilismo non c’entra proprio nulla! Ma ha dell’incredibile, se non proprio dell’inspiegabile, la scelta di Silvio Berlusconi di non mettere a capo di Forza Italia l’unica persona che negli ultimi mesi ha tenuto la barra dritta del partito traghettandolo dinanzi all’opinione pubblica tra una guerra di successione che ha visto protagonisti i cosiddetti falchi da un lato e le colombe dall’altro e che ha portato alla scissione dall’ex PdL del Nuovo Centro Destra, un partito che sta facendo manbassa di simpatizzanti anche se, ancora, non si è presentato al vaglio di nessuna benedizione elettorale.

Da dove esce il nome di Giovanni Toti, attuale direttore del Tg4 e di Studio Aperto, alla guida del rinato partito azzurro? È frutto di una scelta aziendalista da parte del Cav? Oppure la decisione è figlia delle distrazioni calcistiche del Presidente? O ancora siamo di fronte ad una scelta punitiva nei confronti del deputato magliese al quale, forse, si rimproverano qualche sconfitta di troppo in Puglia ed uno spirito eccessivamente indipendente?

Davvero non si comprende come mai Raffaele Fitto che ha rappresentato l’unico contraltare credibile agli isterismi dei pasdaran berlusconiani e ha sostenuto il braccio di ferro con Angelino Alfano e la sua improvvisa decisione di sostenere il governo Letta e di voltare le spalle a Silvio Berlusconi come un novello Pierferdinando Casini o un novello Gianfranco Fini, si ritrovi in seconda fila nei gradimenti del capo, al momento della costituzione del nuovo organigramma di Forza Italia.

Possiamo paragonare l’esperienza politica dell’ex governatore pugliese a quella di Giovanni Toti? Forse potevamo anche immaginare che Fitto se la sarebbe giocata con il Sindaco di Pavia, il giovane e brillante Alessandro Cattaneo, primo cittadino più amato d’Italia, ma non certamente con un operatore dell’informazione che ha poca conoscenza della macchina amministrativa, partitica e politica in un momento particolarmente difficile e delicato della storia economica e sociale d’Italia?

Questo non vuole essere un giudizio forzatamente a favore di Fitto verso il quale sono condivisibili tante critiche nella gestione del partito a livello locale ma è innegabile che nessuno come lui possa essere il riferimento politico su cui ricostruire Forza Italia a meno che di scissione in scissione non si voglia arrivare alla divisione dell’atomo, per richiamare di nuovo Silvio a “salvare” quella parte di Patria che non si riconosce nel centrosinistra. Ma non ci sarebbero stavolta né i tempi e probabilmente nemmeno gli elettori.