Con la scomparsa di un anziano professore sale a dieci il bilancio delle vittime ‘legate’ al focolaio scoppiato all’interno della casa di cura “La Fontanella” di Soleto diretta da Federica Cantore che, insieme al legale rappresentante della struttura, Mons. Vittorio Matteo, ha voluto condividere il dolore per la morte di alcuni anziani ospiti della struttura. Costretti in quarantena, perché colpiti da contagio, hanno affidato agli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna il proprio cordoglio e, nel rispetto della sofferenza dei familiari che hanno perso una persona cara, hanno voluto provare a ricostruire, tappa dopo tappa, giorno dopo giorno, quanto accaduto nella residenza socio-assistenziale. Una ricostruzione dei fatti per chiarire molte domande e provare a fugare l’allarme sociale suscitato dalla diffusione di alcune notizie, secondo loro infondate.
«Mai si è perso il controllo della situazione o si è mancato di dare le doverose informazioni su quello che, non diversamente da altre parti d’Italia, si stava rivelando come un fenomeno di estrema gravità» si legge nella nota.
Le tappe della vicenda
L’incubo, come noto, è cominciato la sera del 20 marzo. Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 21.00 quando un’anziana è stata accompagnata da un’ambulanza del 118 all’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce con il sospetto di essere stata contagiata. Mentre nella struttura è intervenuto il medico coordinatore sanitario l’Amministrazione Comunale di Soleto è stato ‘informata’ dell’accaduto, contattando il vicesindaco che, immediatamente, ha messo a disposizione i protocolli regionali. Era venerdì.
La mattina presto di sabato 21 marzo, a partire dalle 6.40, sono stati allertati l’Ufficio Igiene di Galatina, il Direttore Generale della ASL (che inviò subito personale per effettuare i tamponi) ed anche, personalmente, il Sindaco, quale autorità sanitaria locale e responsabile del Centro Operativo Comunale per la Protezione Civile. Sono stati garantiti i pasti, sia a pranzo che a cena, con una società di catering, ingaggiata fino al 31 di marzo, preso atto della forzata indisponibilità del personale di cucina ed in attesa dell’evoluzione degli eventi. Nel frattempo – continua la nota – sono stati effettuati i tamponi.
Sempre il 21 marzo, avuto il risultato della positività dell’ospite ricoverata in Ospedale la sera prima, numerosi operatori sanitari e 2 infermieri paucisintomatici – che presentano dei sintomi lievi – sono stati posti, dai medici, in quarantena. «Della circostanza che il personale si stava assottigliando, è stata data tempestiva comunicazione, sia il sabato 21 che la domenica 22 marzo, al Sindaco, ai responsabili dell’Ufficio Igiene e della ASL di Galatina e, la sera della domenica 22, anche al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano» si legge. Sempre e, comunque, nei due giorni, il servizio è stato effettuato al completo.
Anche lunedì 23 marzo i turni di servizio sono stati garantiti da 6 Operatori Socio Sanitari, 3 infermieri e, personalmente, dalla responsabile della struttura che, nella stessa giornata, è riuscita ad assumere 3 nuovi operatori sanitari – 2 dei quali presero immediatamente servizio.
Martedì 24 marzo, sono stati ricevuti i risultati dei tamponi: 19 ospiti sono risultati positivi e spostati in stanze singole, secondo le superiori indicazioni ricevute. Il servizio è stato garantito da 8 Oss e dall’unico infermiere, tra i 3 disponibili, non ancora contagiato. Anche questa ‘circostanza’ è stata comunicata tanto che il Direttore Generale della ASL di Lecce ha invitato sul posto due medici specialisti. Una volta accertata della situazione, fu redatta una relazione scritta con la quale vennero impartite anche le istruzioni sul da farsi per monitorare la situazione, che vennero eseguite e rispettate.
La stessa sera, il Primario di Malattie Infettive del Vito Fazzi di Lecce si è recato nella struttura. E sempre la stessa sera è stato effettuato il tampone sul legale rappresentante e sulla responsabile.
Arriviamo a mercoledì 25 marzo. E anche in questo caso – scrivono i legali – il servizio è stato espletato regolarmente fino al turno terminato alle 15.30. Quella mattina era stata nuovamente acquisita anche la disponibilità di una cooperativa del settore per sopperire alle carenze di personale. Nel primissimo pomeriggio, Mons. Vittorio Matteo inviò una accorata lettera di aiuto anche al Prefetto di Lecce, ribadendo l’estrema gravità della situazione.
La situazione precipita
Una situazione precipitata quando al personale che aveva smontato è stato fatto il tampone, con l’invito a porsi cautelativamente in quarantena domiciliare. La responsabile della struttura allertò, quindi, il Sindaco di Soleto che, giunto sul posto insieme con il Comandante della Stazione dei Carabinieri, con il medico coordinatore sanitario della Rsa e con altri, si mise in comunicazione telefonica con il Direttore Generale della Asl e, subito dopo, preso atto della situazione, emise l’Ordinanza sindacale con la quale invitava la Asl stessa a provvedere a garantire il servizio con personale di propria disponibilità.
Sul posto, però, la sera stessa giunsero solo due medici ASL, che richiesero la presenza del medico coordinatore sanitario della RSA, che intervenne, ma subito dopo presentò le dimissioni dall’incarico. Al suo posto, immediatamente dopo, su perentoria disposizione del Direttore Generale della ASL e ad iniziativa della responsabile della struttura, venne reperito ed incaricato altro medico esperto che si rese immediatamente disponibile.
Quella sera il servizio venne svolto, sia pure nelle evidenti condizioni di precarietà imposte dal precipitare degli eventi, oltre che dai 2 medici della ASL, dal legale rappresentante e dalla responsabile della struttura, da una OSS, da una infermiera e dal medico immediatamente reperito. Solo questi ultimi 3 sono rimasti in servizio la notte tra il 25 ed il 26 marzo, perché il proprietario e la responsabile della struttura, raggiunti in serata dalla notizia della loro positività, appena terminato il servizio, verso le ore 22.00, dovettero allontanarsi, rimanendo, comunque, a disposizione, per quanto possibile e richiesto, sia dei parenti che del personale intervenuto nella gestione.
Il mattino seguente, 26 marzo, la gestione della struttura è stata assunta direttamente dalla ASL, in persona del dott. Cosimo Esposito.
«Questa, in estrema sintesi, è la cronologia dei fatti, dalla lettura dei quali riteniamo di poter serenamente sostenere che i nostri clienti hanno agito al massimo delle loro possibilità nella vorticosa evoluzione della emergenza. I nostri clienti si sono già messi a disposizione delle Autorità che stanno cercando di far luce sui fatti e continueranno a farlo, confidando di poter dimostrare la correttezza del loro operato e concorrere all’accertamento della verità» hanno dichiarato Giuseppe e Michele Bonsegna.