Casarano, senz’acqua e con mamme che mandano i figli a fare i bisogni in strada. La denuncia di un’inquilina delle case popolari


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«Che colpa ne ho io?»: inizia con queste parole il lungo sfogo di una signora di Casarano che ha contattato la nostra redazione per raccontarci le condizioni disumane in cui vive circa un mese. Dal 7 ottobre, infatti, l’Acquedotto Pugliese ha deciso di chiudere i rubinetti alle case popolari di via Marche e via Abruzzi. La motivazione è sempre la stessa: la morosità di alcune famiglie che da tempo non pagano o non riescono a pagare le bollette. In questo modo ci rimettono tutti, perché quando il contatore è in comune non si fa distinzione tra chi è in regola e chi no: «proprio per evitare tutto questo – continua la donna esasperata –  avevamo proposto in passato di installare un contatore ogni quattro/cinque famiglie. In questo modo, aiutare chi si trovava in difficoltà sarebbe stato più semplice. Se un mese, una persona non aveva i soldi potevamo anticiparli o dividere la somma tra noi e nessuno sarebbe rimasto senz’acqua». «Noi onesti facciamo così –  sentenzia la donna con un po’ di amarezza – ma nessuno ha mai preso in considerazione questa soluzione». Ora il contatore centrale è stato persino rimosso dai tecnici Aqp.
  
Non è solo una questione rubinetti chiusi, chi può si attrezza con le cisterne, ma di igiene pubblica: «Ho visto mamme – ci confida – mandare i propri figli a fare pipì per strada non essendoci acqua in casa. Dove arriveremo di questo passo? Si rischia davvero un’emergenza».  
  
A rendere ancor più insostenibile la situazione è un avviso: dal 3 novembre sarà tagliata anche la luce. «Su cartello – ci racconta la donna – scrivono che è colpa di alcuni lavori, ma temo che il motivo sia lo stesso. Nessuno paga, tranne cinque-sei famiglie».  
  
La voce della signora è quasi rotta dal pianto. In quella casa è cresciuta e ora è costretta a lasciarla: «Ho cercato di resistere ma non ce la faccio più – dice – è crudele come veniamo trattati. Siamo abbandonati da tutti, nessuno sa rispondere, nessuno ci consiglia su come comportarci. Io lavoro saltuariamente ma non ho mai mancato un pagamento. Ho bussato a tante porte, ma le ho trovate sempre chiuse. Perché devo elemosinare un mio diritto?».    
  
Il timore è che per riavere l’acqua bisognerà pagare gli arretrati accumulati da famiglie che non vivono più in quelle case.
  
Stride la notizia con le rassicurazioni che aveva dato il governo riguardo l’impossibilità di privare dell’acqua le famiglie, anche se morose. E adesso si attende non solo la risposta, ma anche l’azione della politica.