Ivan Ciullo si è tolto la vita o è stato ‘ucciso’? La Procura ordina la riesumazione del corpo per l’autopsia


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La famiglia di Ivan Ciullo, trovato impiccato in una campagna nel 2015, non ha mai creduto al suicidio, il dj radiofonico di Acquarica del Capo non aveva alcun motivo per togliersi la vita. Ora, mamma Rita e papà Sergio che hanno combattuto senza sosta per chiedere “giustizia” conquistano un altro gradino nella difficile ricerca della verità.

La Procura di Lecce, infatti, ha disposto la riesumazione del cadavere dello speaker per fare luce, se possibile, sulle reali cause del decesso. Toccherà al medico legale Alberto Tortorella e al professore dell’Università di Bari Francesco Introna tentare di dare delle risposte ai genitori del giovane che hanno ottenuto la riapertura del caso, ora nelle mani del pm Vallefuoco. Il conferimento dell’incarico è stato fissato per il 10 aprile.

L’avviso è arrivato sia agli avvocati della famiglia, Paolo Maci e Valter Biscotti, sia all’unico indagato con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Si tratta dell’uomo, molto più grande, con cui “Navi” aveva cominciato una relazione “tormentata”, difeso dall’avvocato Giuseppe Minerva. Tutte le parti potranno nominare un proprio consulente.

Un omicidio mascherato da suicidio?

La lettera di addio trovata accanto al corpo in cui Ivan avrebbe spiegato i motivi del gesto, con una calligrafia sulla busta che non sembrava la sua, la cena con i colleghi a cui si era ‘preparato’ e tante altre ‘incongruenze’ hanno spinto la famiglia a credere che sia stato un omicidio, mascherato da suicidio. E poi c’è la relazione delle consulenze svolte dal criminologo Roberto Lazzari e dall’esperto in medicina legale, Giuseppe Panichi che hanno raccolto diversi elementi che proverebbero che Ivan non ha scritto la parole fine, impiccandosi ad un albero di ulivo con il cavo di un microfono.