Porto Cesareo, risolto il mistero della strage dei conigli dell’isola grande: è un virus


Condividi su

L’isola dei conigli di Porto Cesareo era stata chiamata così proprio per la presenza di questi piccoli animali a quattro zampe che avevano richiamato anche i turisti in vacanza sulla costa dello Ionio, incuriositi da quell’insolita “attrazione”. Nell’ultimo periodo, però, di questa simpatica presenza si era persa ogni traccia. Gli animali sono tutti morti, o quasi. E così rapidamente che, qualcuno, aveva pensato che, dietro quella strage, ci fosse la mano cattiva dell’uomo. Decine e decine di conigli morti in pochi giorni, si sono chiesti i residenti, non potevano essere frutto del caso. Oggi, dopo gli approfondimenti, necessari per fare luce sull’accaduto, si è capito che non è così.

La causa della morte di decine di conigli sull’Isola Grande è dovuta alla cosiddetta «malattia virale emorragica», ceppo francese, come specificato in una nota del primo cittadino, Salvatore Albano che ha reso noti i risultati degli esami dell’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata, poi comunicati anche al Servizio Veterinario dell’ASL.

La malattia che non è contagiosa per l’uomo o per altri animali e probabilmente è stata introdotta da un coniglio portatore del virus che ha infettato gli altri conigli. Può essere trasmessa, infatti, solo agli individui della famiglia dei “leporidi” (conigli e lepri). Naturalmente, si resta in attesa di conoscere anche l’esito degli esami tossicologici che sono in corso.

Era da qualche anno che i conigli erano tornati a ripopolare l’isola antistante la riviera di Ponente (erano stati introdotti in natura a partire dagli anni 50, quando fu creata una prima colonia). Il loro numero, però, aumentava di continuo. Il sospetto è che siano state introdotte coppie di conigli “domestici” per aumentare l’appeal dell’isola e renderla più suggestiva agli occhi dei visitatori, alterando però il delicato ecosistema.

«Nel rispetto della fauna e della flora della nostra isola e soprattutto nel rispetto della biodiversità che una volta alterata occorreranno anni per ripristinarsi, si scoraggia l’introduzione di conigli sull’omonima isola».