Cerca di costringere la ex ad indossare il velo, poi le offre 5mila euro per la figlia. Arrestato


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Quando si dice la ‘provvidenza’. In questo caso è stata una volante della Questura di Lecce a trovarsi nel posto giusto, al momento giusto. Nel primo pomeriggio di oggi, infatti, mentre gli agenti stavano percorrendo in auto viale Rossini non hanno potuto fare a meno di notare una giovane coppia litigare animatamente. Qualcosa in più di una normale discussione tra innamorati, tant’è che la donna, alla vista della Polizia, non ha esitato a chiedere aiuto.
 
Accompagnata in ufficio, la 27enne originaria di Nardò ha raccontato la sua verità. Una storia fatta di maltrattamenti continui che la donna è stata costretta a subire da parte del suo ex convivente, un uomo di origini egiziane di 28anni, da quando era rimasta incinta.
Alla nascita della figlia, che ha ora pochi mesi, l’uomo l’avrebbe costretta a portare il velo in testa, riducendola in uno stato di vera e propria schiavitù: non solo le ha rubato del danaro, ma in alcuni casi l’ha anche fatta letteralmente morire di fame.
 
Una situazione dunque che andava avanti da tempo e già per tre volte era stato richiesto l’intervento della Polizia, solo nell’ultimo mese, salvo poi per paura di ritorsioni tornare sui suoi passi. Non ha mai sporto denuncia. Fortunatamente, la 27enne neretina era riuscita ad allontanarsi da casa con la figlia, trovando rifugio dalla madre.
 
Questo pomeriggio con un tranello, l’uomo le aveva dato appuntamento in viale Rossini, nei pressi di un bar, per consegnargli alcuni vestiti della figlia ed anche perché aveva desiderio di rivederla. Una volta incontrata la ex convivente, però il 28enne egiziano le avrebbe offerto la somma di 5mila euro per avere in cambio la figlia e portarla in Egitto. Al rifiuto della donna le avrebbe strappato dalle mani il telefonino rompendolo, telefono che è stato poi ritrovato dai poliziotti in tasca all’uomo.
 
Lo straniero è stato condotto agli arresti domiciliari per maltrattamenti in famiglia, minacce gravi e rapina impropria.