Maltrattamenti verso i minori ospiti della Comunità, condannato a 7 anni e 6 mesi il Direttore

L’imputato è stato poi condannato al risarcimento del danno in favore di tutte le parti civili. I fatti si sarebbero verificati tra il 2009 ed il 2012.

Avrebbe imposto ai giovani ospiti della Comunità, “punizioni rieducative” e per questo il Direttore de “L’Aquilone” è stato condannato alla pena di 7 anni e 6 mesi.

La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Sergio Tosi della prima sezione penale.

Il 50enne Bruno Dollorenzo di Sogliano Cavour è stato anche interdetto dai pubblici uffici per 5 anni. L’imputato è stato poi condannato al risarcimento del danno, in favore di tutte le parti civili. Nello specifico, 35mila euro per due ragazzi della comunità, difesi dall’avvocato Paola Scialpi.; 7.500 euro per il Comune di Galatone difeso dall’avvocato Bruno Ciccarese, e per quello di Aradeo e 4.000 euro per A.N.F.A. Lecce (associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie) assistita dall’avvocato Erlene Galasso.

Il pubblico ministero Stefania Mininni, in precedenza ha invocato, per i reati di maltrattamenti su minori e violenza privata, la condanna a 9 anni di reclusione. Il pm ha motivato tale richiesta “per l’uso sistematico della violenza” e perché Dollorenzo avrebbe fatto leva sull’abuso del proprio ruolo, “costringendoli a compiere lavori manuali per un proprio profitto”.

Dollorenzo, difeso dagli avvocati Francesca Conte e Mario Coppola, ricorrerà in Appello appena verranno depositate le motivazioni della sentenza.

I fatti si sarebbero verificati tra il 2009 ed il 2012. Erano tanti i giovani, alcuni dei quali portatori di handicap psichici, che risiedevano presso la comunità “L’Aquilone”, sita a Galatina lungo la strada per Soleto.Essi dovevano però sottostare a punizioni quanto meno poco ortodosse. Certe volte, erano costretti a restare in piedi per ore, posti in un angolo del corridoio dove avrebbero dovuto dormire per terra; pranzare piegati in ginocchio da soli, dopo essere stati messi in disparte. Inoltre, altri giovani sarebbero stati colpiti con stracci bagnati e con la cintura dei pantaloni.

Il direttore della Comunità avrebbe inoltre “lucrato”, intorno alla presunta attività rieducativa che si svolgeva nella struttura. Era di 75 euro al giorno, la somma che ogni minore doveva versare all’Ente gestore della struttura. In cambio di cosa? Di cura e assistenza nei loro confronti? In realtà, risulterebbe che mancasse il materiale didattico necessario per seguire le lezioni a scuola. Soprattutto i piccoli ospiti vivevano in condizioni igieniche precarie: ad essi veniva permesso di fare la doccia, soltanto una volta la settimana e non si provvedeva al cambio della biancheria intima o delle lenzuola. I capi di abbigliamento loro forniti erano di qualità scadente, così come il cibo a volte somministrato oltre la data di scadenza.

Ricordiamo, che nel corso delle indagini e durante il processo vennero sentiti, sotto la forma dell’ascolto protetto, diversi “ospiti” de “l’Aquilone”.
Dollorenzo venne arrestato nell’aprile 2013 e poi tradotto ai domiciliari.



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