Bambino costretto a sedersi sulle puntine e altri maltrattamenti, maestra condannata a 2 anni


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Avrebbe esercitato il proprio ruolo di maestra attraverso metodi tutt’altro che educativi. Il giudice monocratico Bianca Todaro ha condannato alla pena di 2 anni, A.P.S. (queste le sue iniziali) 61enne originaria di Martano, in servizio all’epoca dei fatti in una scuola materna di Cannole.

Il reato di “abuso dei mezzi di correzione” è stato assorbito in quello di maltrattamenti. Il Tribunale ha anche accordato all’imputata le attenuanti generiche, la sospensione della pena e la non menzione della condanna.

Il giudice ha, inoltre, condannato la maestra (in solido con il MIUR, in qualità di responsabile civile), al risarcimento del danno in favore dei genitori degli otto bambini, vittime delle violenze. Non solo, anche al pagamento di una provvisionale di 2.000 euro per ciascuno di essi.

Le parti civili sono difese dagli avvocati Luigi Corvaglia, Marco Castelluzzo, Fabrizio Cananiello e Antonio Costantini. L’imputata è difesa dall’avvocato Carlo Caracuta, il quale una volta depositate le motivazioni della sentenza proporrà ricorso in Appello.

L’inchiesta

Secondo il Pubblico Ministero Angela Rotondano, titolare dell’inchiesta, A.P.S. avrebbe tenuto, in un arco di tempo compreso tra settembre ed ottobre del 2013, una serie di comportamenti quanto meno irrituali per il ruolo ricoperto. Ad esempio, la maestra avrebbe rinchiuso alcuni alunni, con finalità punitive, in un armadio collocato all’interno dell’aula oppure strattonato altri suoi piccoli allievi, per costringerli a stare seduti o a camminare (a seconda dei casi).

In un’occasione poi, avrebbe anche fatto “accomodare” un suo alunno su di una sedia sopra la quale aveva posto delle puntine.

Alcuni genitori presentarono un esposto presso la locale caserma dei Carabinieri. Le indagini si sono anche avvalse dell’ascolto protetto dei bambini, nell’ambito dell’incidente probatorio, alla presenza di due neuro-psichiatre infantili.

Invece, il dirigente scolastico della scuola materna dove insegnava la maestra, è stato condananto sia in primo grado che in Appello, ad una pena pecuniaria, per “omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale all’Autorità giudiziaria”.