Affittarono casa-vacanze a prostitute? Condanna per giudice e poliziotta

Nel corso del processo, Giuseppe Caracciolo è stato ascoltato come imputato ed ha respinto fermamente le accuse.

Si conclude con la condanna, il nuovo processo di primo grado, che vedeva sul banco degli imputati, un magistrato e la ex compagna, una poliziotta, accusati di aver affittato a due “lucciole” una Casa vacanze a Lecce.

Nella giornata di oggi, i giudici della seconda sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino, a latere Maddalena Torelli e Marco Marangio Mauro), hanno inflitto 2 anni di reclusione e 2.000 euro di multa ciascuno, con pena sospesa, a Giuseppe Caracciolo, 65enne leccese, giudice civile di Cassazione e Pasqua Biondi, 59enne, ex poliziotta di Brindisi, per favoreggiamento della prostituzione. I giudici hanno applicato le generiche equivalenti all’aggravante delle più prostitute.

Il pm Maria Vallefuoco, al termine della requisitoria, ha invocato la condanna a 4 anni di reclusione ciascuno.

Nel corso del processo, Caracciolo è stato ascoltato come imputato ed ha respinto fermamente le accuse. La difesa ha sostenuto oggi in aula come non si configuri il reato contestato. Inoltre, non sarebbe emerso che le donne ospiti della casa vacanze venissero sfruttate da qualcuno.

L’imputato, difeso dall’avvocato Ladislao Massari, potrà fare ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 90 giorni). Va detto che nel dicembre del 2020, la Corte di Appello aveva annullato la condanna di primo grado degli imputati ed aveva disposto la trasmissione degli atti in Procura.

In seguito, il pm Vallefuoco modificò l’originario capo d’imputazione, in favoreggiamento della prostituzione.

In primo grado, il gup Carlo Cazzella, al termine del giudizio abbreviato aveva condannato il magistrato e la poliziotta ad 1 anno di reclusione ciascuno (pena sospesa e la non menzione) derubricando il reato in favoreggiamento della prostituzione ed escludendo l’ipotesi accusatoria dello sfruttamento e della locazione.

L’inchiesta

Le prostitute avrebbero offerto, secondo l’accusa, prestazioni sessuali a pagamento all’interno della Casa vacanze riconducibile al magistrato. Ed il primo luglio del 2016, vennero apposti i sigilli all’appartamento. Le indagini sono state condotte dagli uomini della Squadra Mobile di Lecce. I poliziotti, attraverso appostamenti, filmarono la presunta attività illecita. Successivamente, il pm revocò il sequestro dell’appartamento.

Inoltre, si svolse l’incidente probatorio per ascoltare due prostitute e verificare se il magistrato fosse a conoscenza che in quell’appartamento vi fosse un giro a “luci rosse”.