Molestie sessuali con la scusa di una foto, condannato a 1 anno e 4 mesi


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Avrebbe molestato una ragazzina all’interno di una libreria con il pretesto di una fotografia. Salvatore Rosato, 43 anni di Lecce, è stato condannato ad 1 anno e 4 mesi. L’uomo ha patteggiato innanzi al gip Cinzia Vergine che ha accolto difatti l’istanza dell’avvocato Alessandro Stomeo.Il  legale, nelle settimane scorse, aveva “concordato” la pena con il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci.

Non solo, poiché il gip ha ritenuto il 43enne leccese, parzialmente incapace d’intendere e di voleresulla scorta di una consulenza medica presentata dalla difesa.La vittima, attraverso l’avvocato Stefania Mercaldi  si è costituita parte civile.

I fatti.

Rosato è stato arrestato il 29 aprile scorso (a seguito di ordinanza di custodia cautelare) e ristretto ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale. Attualmente è a piede libero con il solo divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.

L’episodio contestato a Rosato risale al 4 aprile, quando avrebbe avvicinato una 23enne all’interno di una libreria del centro, che si trovava lì insieme ad un’amica. «Mi piacciono i tuoi lineamenti e la felpa (con Harry Potter) che indossi è molto carina» le avrebbe detto per provare a “conquistare” la sua fiducia. Dopodiché, con la scusa di cercare una luce migliore per gli scatti, l’avrebbe portata in un luogo più appartato. Lontano dagli sguardi dei clienti presenti in negozio, avrebbe “bloccato” la giovane contro uno scaffale e le avrebbe afferrato il mento per fotografarle la bocca.

Capite le intenzioni dell’uomo, la donna avrebbe dato un morso al presunto molestatore che sarebbe poi tornato alla ‘carica’ sollevandogli la felpa per toccarla nelle parti intime. A quel punto, la ragazza sarebbe  riuscita a divincolarsi e a chiedere aiuto all’amica. Vistosi scoperto, il 43enne sarebbe fuggito inseguito dalle due amiche. L’episodio però avrebbe attirato l’attenzione di un vigile che sarebbe riuscito a bloccare l’uomo e a chiamare il 113. La ragazza successivamente si sarebbe anche rivolta al Centro Antiviolenza ” Renata Fonte”.

Durante l’interrogatorio di garanzia, Rosato ha ammesso di avere scattato le foto e rivolto complimenti alla ragazza, ma ha negato di avere esercitato alcuna forma di violenza.

Intanto, alcuni mese fa, il 43enne leccese è stato rinviato a giudizio, innanzi ai giudici della prima sezione collegiale per un episodio simile, accaduto il 13 marzo 2016 a pochi passi da una scuola superiore. Una minorenne era stata avvicinata sempre con la scusa delle fotografie fatte per hobby. In quel caso, riuscirono a risalire al 43enne perché le telecamere dell’istituto lo avevano immortalato mentre fuggiva a bordo di una bicicletta.