Dopo il Riesame anche il Gip dice No, confermati i domiciliari per Ottavio Narracci

I legali del 59enne di Fasano avevano chiesto al gip la revoca della misura, ritenendo oramai insussistenti le esigenze cautelari.

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Anche il gip “conferma” i domiciliari per Ottavio Narracci, il Direttore della Asl di Lecce arrestato nel dicembre scorso.

Dunque un altro no, dopo quello del Tribunale del Riesame. Il gip Amerigo Palma ha difatti rigettato l’istanza degli avvocati Ubaldo Macrì e Gianni De Pascalis. I legali di Narracci invocavano la revoca della misura, ritenendo oramai insussistenti le esigenze cautelari, in considerazione del tempo trascorso dall’arresto (oltre un mese) e del fatto che le indagini si avviano alla conclusione.

Narracci, inoltre, nella mattinata di martedì, era stato risentito per circa mezzora, dinanzi al procuratore capo Francesco Curcio ed al sostituto procuratore Veronica Calcagno. Il 59enne di Fasano ha nuovamente chiarito la propria posizione, respingendo gli addebiti. L’indagato già nel corso dell’interrogatorio di garanzia era stato ascoltato davanti al Gip di Potenza.

Per la Procura, il magistrato Emilio Arnesano si sarebbe impegnato «personalmente, quale pm di udienza, in una strategia processuale tesa a fare ottenere l’assoluzione» dal reato di peculato a Naracci (cosa che avvenne realmente).

Inoltre, analizzando il traffico telefonico del pm, risulterebbero due telefonate verso il cellulare del Direttore dell’Asl, a cui non rispose ( secondo il gip, solo per una questione di prudenza).

Nell’ordinanza vengono poi evidenziati altri favori di carattere economico, tra cui un’imbarcazione di 12 metri venduta da Siciliano ad Arnesano ad un prezzo di favore (l’accusa di falso ideologico è caduto dopo l’udienza del Riesame). Questo, secondo la Procura di Potenza, per far ottenere al Direttore dell’Asl Narracci, la suddetta assoluzione.

I legali di Narracci hanno invece sempre sostenuto che non vi era alcuna “strategia” condivisa con Arnesano e che il processo si era svolto regolarmente.

In particolare, hanno rimarcato il fatto che, nelle varie fasi, si sono succeduti diversi pubblici ministeri. Solo verso la fine, il pm Arnesano si sarebbe “segnalato” ai colleghi, per continuare il processo, ma solo per sua autonoma iniziativa e non sulla scorta di un accordo con Narracci.



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