Dimentica il biglietto a casa e il controllore le vieta di salire sul pullman. La mamma: “grave lasciare una ragazza di 13 anni per strada”

La signora Monia ha raccontato ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città”, la disavventura vissuta dalla figlia lasciata a piedi per strada dal controllore dell’autobus perché aveva dimenticato il biglietto.

Doveva prendere il pullman, come fa ogni giorno, ma una mattina il viaggio da Casarano a Gemini si è trasformato in un ‘incubo’ per una ragazza di 13 anni. Il controllore le avrebbe impedito di salire sul pullman delle Ferrovie del Sud-est perché la studentessa aveva dimenticato il biglietto a casa. A raccontare l’accaduto, ai microfoni della trasmissione «Cosa succede in città» condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus, è Monia, la mamma dell’adolescente.

«È un fatto grave lasciare una ragazzina di 13 anni per strada perché ha dimenticato il biglietto» ha affermato la signora di Gemini. Secondo la donna, il controllore avrebbe avuto un comportamento ‘scorretto’ nei confronti della figlia, impendendole di salire sull’autobus.

Il racconto della mamma

Secondo quanto raccontato dalla signora salentina, sua figlia che frequenta una scuola di Casarano non è stata fatta salire sul pullman del gruppo FS perché aveva dimenticato il biglietto.

«La mattina l’accompagna il padre in macchina, al ritorno prende il pullman. Un giorno, però, ha dimenticato il biglietto e ha trovato un signore vicino alla porta del pullman che chiedeva i biglietti. Mia figlia ha detto: ho il biglietto, ma l’ho dimenticato a casa. Lui gli ha detto che non poteva salire. Mia figlia mi ha chiamato subito raccontandomi quello che era successo. Mi sono fatta passare al telefono quel signore che però ha detto: io non parlo con nessuno. Io volevo dirgli: mia figlia ha sbagliato, fagli la multa, ma falla salire sul pullman così arriva a casa. Ho dovuto lasciare il lavoro e correre per andare a prendere mia figlia. Non si può lasciare una ragazzina di 13 anni a piedi per strada» ha raccontato la donna ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Secondo la donna va bene far rispettare le regole, ma con un limite. Anche alla luce di quanto accaduto qualche mese fa, quando un autista di un bus urbano in servizio a Lecce era finito nei guai per lo stesso comportamento: aver vietato ad un ragazzo di 15 anni, privo di biglietto, di salire a bordo. Il punto per una mamma che ‘pensa a tutto’, anche al peggio è un altro: «Se mia figlia non fosse riuscita a contattarmi o io non fossi riuscita ad andare a prenderla cosa sarebbe successo?».

Non finirà certo così. Dopo aver raccontato tutto sui social e mandato una mail di reclamo, a cui non avrebbe ricevuto risposta, la donna ora promette di adire le vie legali.

Quello che non va giù alla signora di Gemini è il fatto che, spesso, il servizio non sia poi così eccellente. «A volte questi pullman saltano le fermate, perché vanno di fretta. Ci rendiamo conto che hanno a bordo ragazzi minorenni?».

Il caso della novantenne di Carrara

È sicuramente un tema che sta facendo discutere in questi giorni, perché se è vero che i controllori si trovano spesso a dover affrontare situazioni al limite, dove la ‘rigidità’ è necessaria per garantire a tutti il buon funzionamento del servizio, dall’altra però viene meno l’umanità di certi funzionari come nel caso dell’anziana novantenne multata per un abbonamento scaduto da qualche giorno. Anche in quel caso, la donna addetta alla verifica dei tagliandi era stata inclemente, visto che molti passeggieri si erano offerti di pagare il biglietto della nonnina. La stessa donna, dopo essersi scusata della svista, si è proposta di acquistare il biglietto a bordo ma la dipendente non ha voluto sentire ragioni, costringendo la malcapitata a scendere alla fermata successiva. In lacrime per l’umiliazione subita. La stessa inflessibilità pare esserci stata nel Salento.

Come dicevano i latini, in medio stat virtus. Tra il lassismo e il rigore ci dovrebbe essere una via di mezzo che sarebbe più intelligente percorrere. In ogni occasione.