Coronavirus, farmacisti presi d’assalto per informazioni e richieste


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Un territorio in trincea, con tante categorie che sono chiamate a dare risposte a domande sempre più pressanti. Dietro ogni quesito c’è una richiesta d’aiuto. Aiuto da parte di chi ne sa di più.

«Siamo il primo presidio in Italia, non abbiamo nessuna considerazione da parte delle istituzioni. Ci stiamo prendendo, ognuno per come può, le proprie responsabilità. Ed è fortunato chi come me ha titolari in gamba ed umani che tengono al proprio personale, altrimenti saremmo esposti senza l’aiuto di nessuno».

A scriverci è proprio una farmacista. Dispiaciuta per quello che sta accadendo in questi giorni, giorni in cui sono in tanti ad affollarsi nelle farmacie e nelle parafarmacie come ci si rivolge ad un fronte-office nel momento delle preoccupazioni.

Ma non solo. Le pressanti ed enormi richieste ai medici di base sta moltiplicando il lavoro e l’esposizione dei farmacisti, proprio perché i camici bianchi non hanno tempo e modo di rispondere a tutti i loro pazienti, anche e soprattutto a quelli che chiedono, che vorrebbero informazioni, che pretenderebbero di saperne di più. Magari ponendo domande che sembrerebbero inutili ma che, invece, sono la manifestazione di un’esigenza alla quale non si può porre freno.

«Arrivano in farmacia persone per una tosse che viene considerata banale, persone che non hanno avuto la possibilità di essere visitate. Per non parlare del caos tra chi viene rimandato indietro per visite ecc…e che cercano conforto in farmacia. Non sappiamo più che cosa fare!»