Resta ai domiciliari l’ex assessore Andrea Guido, arrestato nell’ambito della maxi inchiesta che ha permesso di smantellare il clan camorristico Moccia. Il Tribunale del Riesame di Napoli ha rigettato il ricorso degli avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati che chiedevano l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip. Le motivazioni della decisione si conosceranno entro il termine di 45 giorni.
Ricordiamo che, nel corso dell’interrogatorio di garanzia svoltosi nei giorni scorsi, dalla caserma dei carabinieri di San Cesario, Guido ha risposto alle domande del gip e del pm di Napoli. E ha chiarito le modalità dell’unico incontro con i “mediatori” Mario Salierno, 44enne napoletano e Giuseppe D’Elia, 55enne di Novoli, avvenuto nel maggio del 2017 a Lecce.
Guido aveva fatto presente che era impossibile per lui (quando era assessore all’ambiente) dare l’assenso ad un accordo per fare ottenere il servizio di raccolta dell’olio di origine alimentare esausto, alle imprese di Francesco Di Sarno (considerato il braccio economico del clan Moccia), in virtù del contratto con la Monteco.
L’ex assessore e consigliere comunale di opposizione nelle file di Fratelli d’Italia (sospeso dal partito a seguito dell’arresto) è accusato di corruzione con l’aggravante di aver agito per agevolare il clan camorristico. Secondo la Procura, tra l’aprile e l’agosto del 2017, avrebbe ricevuto 2.500 euro (come anticipo di 5mila euro), per favorire le imprese di Francesco Di Sarno.
Lo scopo dell’operazione sarebbe stato quello di escludere un’altra società che, in collaborazione con la Monteco, aveva gestito la raccolta di olio presso l’isola ecologica a Lecce.
Difatti, come emergerebbe nell’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, Maria Luisa Miranda, in un colloquio, captato dai carabinieri, Francesco Di Sarno affermava: “La settimana scorsa mi sono incontrato con uno che è forte nella politica di Lecce! Lecce proprio! È un assessore. È uno che mi fa prendere tutta Lecce… Gli esercenti e le colonnine! Penso che per la fine dell’anno ci prendiamo tutto il Salento!”
Nelle scorse ore, i giudici del Riesame hanno confermato gli arresti domiciliari per l’imprenditore Giuseppe D’Elia, ma escludendo l’aggravamte dell’agevolazione mafiosa. L’indagato è assistito dagli avvocati Gabriele Valentini e Giuseppe Quarta.
Il 55enne di Novoli, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha respinto l’accusa di corruzione contestatagli in concorso con Guido ed ha negato qualsiasi rapporto con la camorra.
Secondo l’accusa, per la sua attività di mediazione, D’Elia avrebbe ricevuto un orologio Rolex, alcuni occhiali e la somma di 500 euro.