Sono i futti di mare più ambiti e ricercati, ma pescarli è vietato dalla legge. Non perché siano ‘rari’ o una specie in via d’estinzione, quanto perché per raccoglierli è necessario ‘distruggere’ la scogliera rocciosa, creando così danni ambientali incalcolabili. Lo sapeva bene anche il pescatore di frodo scoperto a Torre Castiglione con un prezioso “bottino” di datteri di mare. Tant’è che, quando è scappato, ha abbandonato il borsone con l’attrezzatura, ma non il carico che si era accaparrato.
I fatti
I guai per l’uomo sono cominciati sabato mattina, quando è stato pizzicato dal personale della Guardia Costiera dell’ufficio locale marittimo di Torre Cesarea con un chilo di datteri di mare (Lithophaga lithophaga). Quando ha notato ‘le divise’, il pescatore di frodo ha abbandonato un borsone, dentro il qual c’era l’attrezzatura necessaria per distruggere la roccia e raccogliere il mollusco (fra cui un grosso martello, uno scalpello una pinza e forbici) ed è fuggito via al volante della sua auto portando con sé il prezioso bottino.
Probabilmente era sicuro di averla fatta franca. Peccato che, poco dopo, sulla sua strada ha trovato una pattuglia dei Carabinieri della stazione di Porto Cesareo che stavano cercando l’auto grazie alla targa, annotata probabilmente dai militari. Fermato e controllato, è stato trovato il contenitore termico con i datteri.
Informata dell’operazione, l’autorità giudiziaria ha convalidato il sequestro dei datteri, che a seguito del nulla osta del medico veterinario, sono stati distrutti. Tra i reati contestati al pescatore, che è stato denunciato a piede libero, vi è la “asportazione di specie marine protette per i quali ne è totalmente vietata la cattura, la detenzione e la commercializzazione oltre che di danneggiamento della scogliera interessata e deturpamento di bellezze naturali”.

Controlli
L’attività è frutto di un continuo e costante monitoraggio del litorale del Compartimento
Marittimo di Gallipoli ed è tesa ad aumentare la sensibilità verso questa problematica così
dannosa per l’ambiente marino, in modo da ridurre la domanda che è la causa foraggiante di
questo tipo di reato.