La Sacra Corona Unita non è morta, come erroneamente si pensa. La Scu è solo “apparentemente scomparsa”, continua ad operare in silenzio, a controllare il territorio utilizzando metodi diversi che fanno leva sul consenso sociale. «Dacci oggi la nostra bomba quotidiana» si diceva nei primi anni ’90 quando non c’era giorno in cui la mafia, per dimostrare la sua superiorità, ricorreva a episodi eclatanti, come le esplosioni notturne, gli incendi, le intimidazioni. Traccia un quadro di come abbia cambiato volto la criminalità, il Procuratore della Repubblica,Cataldo Motta per illustrare i dettagli della maxi-operazione denominata “Federico II”, che dalle prime luci dell’alba ha visto scendere in campo oltre cento uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Lecce.
La conclusione è l’ennesimo sgambetto a due distinte organizzazioni dedite alle estorsioni e al traffico di stupefacenti e un numero impressionante di ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di diversi soggetti indagati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Nomi che hanno già conquistato, in passato, la ribalta delle cronache locali come quello di Andrea Leo, alias ‘Vernel’ considerato un esponente ‘di spicco’ della Sacra Corona Unita e Maria Valeria Ingrosso già condannata per il 416bis. Altri che avevano appena ricevuto il testimone dai nomi ‘storici’ o che stavano scalando la vetta alla conquista del potere. Francesco Mungelli, 39enne di Lecce non è proprio un neofita, anche se si tratta di una personalità emergente si tratta di una figura di “seconda generazione” come ha specificato Motta.
Ancora una volta è la droga il core-business dei clan. Determinante nelle indagini, per chiudere il cerchio, è stata la microspia piazzata in casa di Gabriella De Dominicis, agli arresti domiciliari: «I domiciliari – ha commentato il procuratore Capo nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati di dettagli dell’operazione – a volte sono utili a spacciare con maggiore tranquillità». Quell’abitazione, insomma, non era solo un centro di spaccio, ma una vera e propria centrale operativa attiva sotto il profilo del traffico delle sostanze stupefacenti e non solo. Insomma, le intercettazioni unite ai sequestri hanno fatto il resto. Nel corso del blitz sono stati sequestrati, infatti, più di cinque chili di eroina e cocaina.
Insomma, a finire nei guai sono stati Alessandro Antonucci, 26enne di Lizzanello, Bilal Bocaj, 49 anni, albanese residente a Poggiardo, Kristad Boci, 46enne di Valona, Francesco De Cagna, 49 anni di Scorrano; Francesca De Dominicis, 47enne di Merine; Pellumb Drenova, 56enne albanese, residente a Montecchio Maggiore (in provincia di Vicenza); Giuseppe Grasso, 47enne di Lecce; Alessandro Greco, 33 anni, di Lecce; Klaid Hasanaj, 48 anni, albanese, residente a Lecce; Mario Mandurrino, 28 anni, di Lecce; Giuseppino Mero, 52 anni, di San Cesario; Angelo Montinaro, 36 anni, di Caprarica di Lecce; Umberto Nicoletti, 39 anni, di Lecce; Gianluca Spiri, 41 anni, di Racale; Emiliano Sulka, 23 anni, albanese, residente a Lizzanello e Damiano Vignacastrisi, 31 anni, di Matino.
Gli interrogatori di garanzia inizieranno domani. Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Umberto Leo, Antonio Savoia, Giuseppe Presicce, Giancarlo Dei Lazzaretti, Silvio Verri, Pantaleo Cannoletta