“Forme di ingerenza della criminalità organizzata”, le motivazioni del Decreto di scioglimento del Comune di Neviano

Invece, nella relazione del ministro Lamorgese si fa riferimento, oltre all’ex assessore Antonio Megha, al sindaco Fiorella Mastria e alla madre, l’ex sindaco Silvana Cafaro.

“All’esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalità organizzata che hanno esposto l’amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale”.

Si tratta di uno dei passaggi chiave contenuti nel decreto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarela con cui è stato disposto nei mesi scorsi lo scioglimento del Consiglio Comunale di Neviano e l’insediamento di una commissione straordinaria per 18 mesi, sulla scorta della proposta avanzata dalla Commissione Prefettizia. Lo scioglimento è avvenuto a circa sei mesi di distanza dall’operazione “Insidia” che ha portato all’arresto dell’ex assessore Antonio Megha. La decisione presa dal Consiglio dei Ministri sulla base della relazione del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese è maturata: “alla luce degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata”.

Nello specifico si legge nella relazione: “Dalle risultanze giudiziarie è emerso, peraltro, che anche altri amministratori comunali hanno cercato contatti con la criminalità organizzata per ottenerne l’appoggio elettorale”.  E viene anche richiamato un passaggio dell’ordinanza cautelare a carico di Antonio Megha ed altre persone, ove viene riferito come «la campagna elettorale che ha preceduto le elezioni amministrative del Comune di Neviano sia stata   connotata   dalla   forte   propensione   dei   candidati a mercanteggiare la funzione pubblica per interessi personali, con un inevitabile riverbero sull’intero apparato politico-amministrativo costituitosi all’esito del voto».

Nella relazione del ministro Lamorgese si fa riferimento anche al sindaco Fiorella Mastria e alla madre, l’ex sindaco Silvana Cafaro. Si legge nella relazione: “gli stessi concordavano una comune strategia di propaganda, evidenziando, ancora una volta, che la… (attuale sindaco) e la… (ex sindaco e madre della predetta) ricercavano ed apprezzavano il contributo che poteva derivare alla loro elezione da esponenti della locale criminalità organizzata». E continua: “Viene altresì posto in rilievo che le risultanze investigative, compendiate nell’ordinanza cautelare sopra richiamata, avrebbero  anche  consentito  di  rinvenire  nella  condotta  dell’ex sindaco e attuale consigliere gli estremi  del  reato  di  corruzione elettorale per il quale, però, l’autorità giudiziaria indagante ha stabilito  di  non  poter  procedere   per   ragioni   esclusivamente procedurali”.

 



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