Nell’ambito dei controlli in materia di contrasto all’illecita produzione, commercializzazione e detenzione di fuochi pirotecnici, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, nei giorni scorsi, hanno sequestrato circa 5 tonnellate di fuochi d’artificio.
In particolare, l’attività condotta dalla Compagnia di Gallipoli, con il supporto della Tenenza di Casarano, in due distinte operazioni di servizio, ha portato alla scoperta di un laboratorio, realizzato all’interno di un garage di un complesso residenziale di Gallipoli, di un deposito sito nel centro storico di Alliste e di due esercizi commerciali correnti in Galatone e Matino, i cui rispettivi proprietari detenevano complessivamente 4.150 kg. di materiale pirotecnico (contenenti circa 600 kg di sostanza attiva esplodente – Nec), in assenza del certificato di prevenzione incendi e della licenza prevista dall’art. 47 del Tulps.

Inoltre, i Baschi Verdi del Gruppo di Lecce, a seguito di attività info-investigativa, hanno individuato un negozio di abbigliamento, sito nella periferia leccese, all’interno del quale hanno rinvenuto ulteriori 850 kg. di fuochi d’artificio detenuti senza le autorizzazioni amministrative ed in condizioni non idonee.
L’attività si è conclusa con il sequestro degli articoli pirotecnici detenuti illegalmente oltre alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria di 6 salentini, per le ipotesi di detenzione senza licenza o cautele di materiali esplodenti, infiammabili o pericolose, in relazione alle disposizioni contemplate nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

Naturalmente, i procedimenti penali vertono nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo all’esito di sentenza irrevocabile di condanna.
Contrastare la diffusione di prodotti illegalmente detenuti e stoccati significa tutelare l’ordine pubblico, garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone, nonché assicurare un mercato competitivo, nel quale gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni di sana e leale concorrenza.