Una situazione di sostanziale stallo nelle province di Lecce e Brindisi, con un leggero miglioramento in quella di Taranto grazie anche a importanti operazioni di Polizia Giudiziaria. È questa la sintesi della Relazione del Ministro dell’Interno sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Dia di Lecce nel corso del primo semestre del 2016.
“Quella che presentiamo oggi è una fotografia che orienta la Direzione Investigativa Antimafia circa lo stato della criminalità. Viene prodotta semestralmente ed è frutto del contributo dei singolo centri operativi”, ha affermato il Vicequestore Aggiunto Carla Durante, nel corso dell’incontro con gli organi di informazione, Capo della Sezione Dia di Lecce.
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“Le provincie di Lecce, Brindisi e Taranto presentano peculiarità proprie con aspetti differenti a causa della conformazione del territorio e della loro storia, ma in linea generale anche qui, come accade per quel che riguarda il territorio nazionale, la criminalità cerca di trovare nuove metodologie per superare gli ostacoli posti dalle Forze dell’Ordine”
Ma quale è, effettivamente, la situazione nelle città salentine? “A Lecce si registra una fase di apparente stallo – prosegue Durante – e fatto eccezione per limitati episodi non ci sono stati grandi eventi che facciano alzare il livello di allarme sociale. Ciononostante questo non significa che i gruppi siano dormienti, piuttosto bisogna guardare con un occhio diverso rispetto a quello con cui si esaminava in passato.
A Brindisi, invece, la situazione è ancora più statica sembra immutata da un po’ di tempo e possiamo dire che è in corso una sorta di una pax o di assetto stabile
Taranto, dopo un periodo di grande frenesia da parte di alcuni gruppi per imporre il predominio su altri sodalizi, le importanti operazioni di Polizia Giudiziaria hanno frenato questi slanci e si può affermare che qui ogni clan ha, per così dire, la propria zona di controllo”.
Ma quali sono le principali attività con le quali si alimenta la criminalità? “Le attività illecite che continuano ad essere predominanti sono quelle del traffico di droga e la vicinanza con l’Albania incide particolarmente; i grandi sequestri ci danno il polso della situazione. L'usura è uno dei reati su cui è difficile fare stime perché c'è molto sommerso. Per quel che riguarda le estorsioni il dato è pressoché costante non ci sono innalzamenti numerici. Infine un aspetto su cui non si deve abbassare la guardia è il discorso delle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici”.
E il comparto turistico? “Ci sono segnali che fanno pensare a un interesse per quel che riguarda il turismo, ma quello presentato oggi è un arco temporale in cui non sono stati registrati riscontri oggettivi. Il Salento, però, rimane un boccone molto appetibile non solo per organizzazioni locali, ma al momento, ripeto, non ci sono dati oggettivi”.
Affiliazione delle nuove leve: “Le nuove leve sono restie ad affiliarsi un po’ perché vorrebbero emergere autonomamente, un altro perché se questa viene dimostrata significherebbe, in fase processuale, imputazione con il 416 bis e questo loro lo sanno bene”.
Estorsioni e asse Brindisi-Lecce: “Per quel che riguarda le estorsioni, in un periodo dove c’è tantissima crisi economica dappertutto, la criminalità ha optato, anche al fine di evitare denunce, di far pagare piccole cifre e far pagare tutti. Per quel che riguarda l’asse tra Lecce e Brindisi bisogna dire che le due città, per così dire, non si pestano i piedi; hanno rapporti di buon vicinato e sovente sono solite scambiare favori”
La criminalità negli appalti: “È un vero e proprio cancro perché distrugge la buona economia, inquina la pubblica amministrazione, devia importanti flussi di denaro in contesti malati con successivi reinvestimenti in attività illecite. Come ha detto il Procuratore Generale nel corso dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario è un fenomeno su cui bisogna fare molta attenzione”.