A Otranto dissequestrate terrazza e copertura di un ristorante


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Scatta il dissequestro della terrazza al primo piano coperta da struttura ombreggiante del Ristorante L’Altro Baffo ad Otranto.

Il sequestro preventivo era stato disposto dal Gip Angelo Zizzari, su richiesta del Pubblico Ministero Alberto Santacatterina, dopo alcuni accertamenti dovuti a un esposto anonimo, all’esito del quale i Carabinieri avevano trasmesso i propri accertamenti in Procura.

Questa si era, poi, attivata per il sequestro preventivo con l’ipotesi di abusivismo edilizio in area vincolata paesaggisticamente. Ciò sull’ipotizzato presupposto che la struttura ombreggiante installata sul terrazzo, utilizzato quale superficie di somministrazione del ristorante, fosse stata realizzata senza alcun permesso di costruire.

Al sequestro aveva fatto seguito ordinanza di demolizione da parte del responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune.

Nella propria interlocuzione con la Procura, il difensore del ristorante, l’Avvocato Mauro Finocchito ha messo in evidenza molteplici circostanze, tra le quali il fatto che la struttura avesse origine risalente a diversi anni fa, come molte altre all’interno del centro storico di Otranto, quindi ad epoca di molto precedente al regime di permesso di costruire introdotto con il testo unico dell’edilizia del 2001, allorché si riteneva correntemente che simili strutture, cosiddette precarie, non necessitassero né di titolo edilizio, né di autorizzazione paesaggistica, sicché nessuna colpa o responsabilità poteva attribuirsi all’attuale proprietà del ristorante, né sotto il profilo oggettivo, né sotto quello soggettivo; il fatto che, anche nell’attuale regime edilizio, la struttura debba ritenersi rientrante tra quelle assoggettabili a semplice segnalazione certificata di inizio attività e non a permesso di costruire, con la conseguenza che non possa essere ipotizzato, per la sua realizzazione, alcun reato di abusivismo, previsto solo per le opere realizzate in difetto o difformità dal permesso di costruire; il fatto che anche sotto il profilo paesaggistico tali strutture rientrino, ora, tra quelle esentate dall’autorizzazione paesaggistica, trattandosi di “installazioni esterne poste a corredo di attività economiche quali esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, attivita’ commerciali, turistico-ricettive, sportive o del tempo libero, costituite da elementi facilmente amovibili”; il fatto che, comunque, fosse stata presentata scia in sanatoria per coprire eventuali difformità rimaste scoperte; il fatto che si tratti di struttura molto risalente nel tempo ed assoggettata negli anni successivi a semplici interventi di manutenzione per conservarne l’integrità estetica e funzionale; il fatto che la stagione turistica fosse praticamente già avviata.

La richiesta del difensore, unitamente alla considerazione che fossero stati eseguiti tutti i controlli necessari, hanno indotto il pubblico ministero ad accogliere l’istanza di dissequestro.

Il legale ha espresso esprime soddisfazione anzitutto per la sensibilità dimostrata nel caso di specie dal Pubblico Ministero assegnatario del fascicolo, il quale, pur avendo fatto salve tutte le proprie prerogative in relazione ad eventuali sviluppi successivi, ha ritenuto non più necessario il mantenimento di misura cautelare così pervasiva a stagione turistica ormai in avvio, disponendone la restituzione prima del ponte del 25 aprile-1 maggio; in secondo luogo in ragione della larga diffusione del fenomeno all’interno di molti dei centri storici e dei comuni rivieraschi salentini, dove gli incerti regimi edilizi che si sono succeduti negli anni hanno favorito il consolidamento di molte situazioni simili, le quali potranno essere tutelate con analoghe modalità ed attenzioni, non essendo quasi mai riconducibili a colpa dei rispettivi titolari.