Divieto di dimora ad Otranto. Discusso l’Appello dei fratelli Cariddi davanti al Riesame

In mattinata si è svolta l’udienza camerale. La decisione dei giudici sui fratelli Cariddi è attesa nelle prossime ore.

Discusso l’Appello dei fratelli Cariddi, ex sindaci di Otranto, contro la conferma del divieto di dimora ad Otranto da parte del tribunale.

In mattinata, si è svolta l’udienza camerale dinanzi al Tribunale del Riesame (presidente Carlo Cazzella).

La difesa aveva impugnato la decisione del luglio scorso, della sezione feriale del tribunale di Lecce (presidente Pietro Baffa), che aveva respinto la richiesta di revoca della misura.

l giudici ritengono, come si legge nel provvedimento, che: “i fratelli Cariddi abbiano negli anni consolidato una trama di rapporti con la comunità idruntina che ha loro consentito, oltre ad un lato consenso elettorale e a rivestire cariche politiche epigonali, tra cui vicendevolmente, quella di sindaco, anche l’agevole perpetrazione di plurime condotte di reato, attualmente sottoposte al giudizio del tribunale”.

Sull’istanza della difesa, i pm Elsa Valeria Mignone e Giorgia Villa avevano già espresso parere contrario, per il pericolo di reiterazione del reato.

La difesa sostiene invece come le esigenze cautelari siano ormai venute meno. Difatti, i fratelli Cariddi si sono da tempo dimessi da ogni carica, e nel frattempo è mutato il quadro politico ed amministrativo ad Otranto. Inoltre, andrebbe preso in considerazione il lungo tempo trascorso dai fatti, oggetto di contestazione della Procura.

Pierpaolo Cariddi è assistito dagli avvocati Gianluca D’Oria e Alessandro Dello Russo. Invece, Luciano Cariddi è difeso dagli avvocati Viola Messa e Michele Laforgia.

La decisione del Tribunale del Riesame è attesa nelle prossime ore.

Invece,  è fissato per il 6 dicembre l’inizio del processo con 60 imputati, tra cui, oltre ai due ex sindaci, compaiono anche ex dirigenti comunali ed alcuni imprenditori

Nel settembre del 2022 erano stati eseguiti 10 arresti. Durante l’inchiesta “Hydruntiade”, secondo l’accusa, sarebbe emerso un “Sistema Cariddi” per il rilascio di autorizzazioni attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori.



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